Vittima della malattia 4 anni dopo il padre

Monica Chiarcossi, di Codroipo, aveva 40 anni ed era geometra come il genitore Renzo, con cui condivideva anche la passione per la montagna

CODROIPO. S’è spento il sorriso di Monica Chiarcossi, codroipese, che a maggio aveva compiuto 40 anni, di cui 6 a combattere il male. Nel 2017 aveva perso il padre Renzo, 65 anni, anche lui portato via anzitempo dalla malattia.

Della famigliola resta Roberta Sartorello, che abita a Camino al Tagliamento, vera “madre coraggio” per aver accompagnato lungo il calvario dell’alternarsi di speranza e dolore le due persone più care. Monica aveva studiato da geometra a Pordenone, seguendo le orme del padre, con cui aveva condiviso parte della sua vita professionale nello studio codroipese.

Dopo la scomparsa del papà operava alla Sti Engineering di San Daniele, che si occupa di progettazioni e consulenze multidisciplinari. Il social “Codroipo nel tempo” la ricorda anche operativa «all’ufficio tecnico del municipio di Codroipo, sorridente e professionale. Quanto accade ci mette a dura prova – si legge ancora nel post –. Ora la vogliamo immaginare correre incontro al padre; la nostra comunità fa sentire la vicinanza a Roberta».

Troppo recente il lutto per la morte del padre, per non richiamarne il ricordo: oltre alla competenza professionale, Renzo è stato indimenticabile come uomo di sport e componente della Pro loco Villa Manin, con la passione per la musica e per i modellini dei treni, in ricordo del padre ferroviere. In famiglia si condivideva poi un grande amore per la natura incontaminata, in particolare quella della montagna.

«Fin da quando nostra figlia era piccola – conferma la madre – abbiamo trascorso molte belle vacanze a Forni di Sopra». Proprio lì Monica aveva incontrato Omar, che sarebbe diventato suo marito. Nel 2014, quando le fu diagnosticato il tumore al seno, i medici dell’ospedale di Udine la informarono della possibilità di poter essere sottoposta al prelievo degli ovociti al Servizio di fisiopatologia della riproduzione umana di Pordenone.

In previsione dei cicli di chemioterapia che avrebbero messo a rischio la possibilità di una maternità, Monica e Omar, da poco sposati, sognavano di riusare gli ovociti crioconservati per avere un figlio. Ma così non è stato: la coppia s’è lasciata e per Monica dal 2018 s’è aperta un’altra fase di cure pesanti. Negli ultimi tempi è stata seguita all’Hospice dell’ospedale di Udine, che Roberta ringrazia «per attenzione e grandissima umanità. Mia figlia anche nella malattia era una persona solare: diceva di essere stata bambina e ragazza felice con noi genitori perché persone libere di essere se stesse.

E nonostante tutto una moglie felice, per quanto è durato il matrimonio». La morte di Monica lascia nel dolore pure gli zii Bepi e Marco Sartorello e le loro famiglie, altri parenti e tanti amici. I funerali martedì alle 14.30 in duomo.
 

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