«Vitalità ed entusiasmo la sua eredità»

SACILE. Tifava Juve e faceva vincere i biancorossi, era un ciclone in campo. «Ciao Carlo, giocheremo la prossima partita di campionato per te»: c’erano anche i vertici della Nuova Sacilese 1920 ieri a rendere l’estremo saluto all’ex capitano Carlo Giust. C’erano il patron Vincenzo Lisetto, i vice Bruno Larice e Bernardo Netto, e con loro tutti gli altri. «Carlo ha vinto come uomo e come calciatore contro un destino amaro» ha affermato Denis Calzavara, giocatore nel San Vendemiano, il quale non dimentica il compagno di mille sfide: «Indimenticabili le partite nell’Opitergina e nel Cordignano: il Veneto lo adorava». Mancino puro, Giust bloccava gli avversari a metà campo. «Un leader difensivo che faceva muro, nessuno passava per tirare in porta – hanno ricordato Rolando Rui e Valentino Dal Cin che milita nel Sarmede – Era un mito in campo e nella vita».
Un uomo-spogliatoi: l’ex capitano biancorosso, il baricentro emotivo nel retropalco delle partite. «Carlo era il punto di equilibrio della Sacilese Calcio – ha osservato Aleandro Bressaglia che dello sport liventino conosce i dettagli – Dava l’equilibrio e si prendeva la responsabilità delle scelte». Un asso nella manica per una squadra che dagli anni Novanta ha collezionato trofei. «È un momento triste per il calcio sacilese: quando si saluta un vero campione vince la nostalgia e il rammarico – ha detto Claudio Salvador assessore allo sport – Gli dedicheremo la cerimonia di oggi a palazzo Ragazzoni». L’assessore Maurizia Salton e il sindaco Roberto Ceraolo non hanno dubbi. «Carlo era il migliore in campo negli anni formidabili della Sacilese Calcio. La sua vitalità e l’entusiasmo contagioso sono l’eredità che ci lascia in città, per i giovani e per fare squadra con tutti i sacilesi».
La città degli amici, dello sport e quella dei colleghi: ieri l’azienda Zanutta, ex Fadalti, si è fermata («Raccogliamo fondi per il Cro in memoria di Carlo»). L’ultimo saluto al collega che non mollava mai il lavoro e dava sempre il massimo è stato quello di Maura Carnelos, Claudio Tizianel, Manuela Morotti e di tutta la “seconda squadra” di Giust: quella dei colleghi e degli amici. «Carlo? Una persona straordinaria che sapeva creare relazioni autentiche d’amicizia sul lavoro – lo ha detto per tutti Maura Carnelos – La sua profonda umanità, la sua passione per lo sport e la sua dedizione al lavoro erano un modello: di energia pura». Carlo ci metteva il cuore e lo diceva riferendosi a Giuseppe Cauz, patron della Fadalti e presidente della Sacilese dal 1984, scomparso nel 2005: «Vorrei portare avanti tutto quello mi ha insegnato». ©RIPRODUZIONE RISERVATAù
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