Vita da bar, ma senza le slot machine scelta etica che lascia l’amaro in bocca

Sono dodici i gestori in città che hanno rinunciato a incassi tra i 500 e i 700 euro per aderire al progetto “La mossa giusta”



Ci sono locali, a Udine, che rinunciano a incassi mensili tra i 500 e i 700 euro per una questione etica e di responsabilità. Sono in netta minoranza, «ma qualcuno deve farlo». Dei dodici bar che hanno aderito per primi al progetto “The Smart Play – La mossa giusta”, qualcuno si è perso per strada, ma la gran parte ha continuato a non volere le slot machine preferendo libri o giochi da tavolo per intrattenere i clienti, soprattutto quelli più giovani. Un “sacrificio” che, per qualcuno, andrebbe riconosciuto dalle istituzioni, pronte a puntare il dito contro i gestori nel momento in cui i dati sulle dipendenze dal gioco d’azzardo sono diffusi, ma incapaci di introdurre degli incentivi a favore di chi, le cosiddette “macchinette”, sceglie di non installarle.

In provincia si contano 1.923 slot machine distribuite in 537 locali. Non sono tra questi il Caffè Caucigh, il Quarta Dimensione, il Parco del Cormôr, l’Astoria Hotel Italia, il Quinte Mura (chiuso in questo periodo), la pasticceria Carli di Folegotto, Giangio Garden, al Vecchio Tram, Bistrò Visionario, Centro Studi e Da Mario. «Eticamente lo rifarei, perché mettere le macchinette nel locale non è bello – racconta Romi, la titolare della caffetteria Al Vecchio Tram –. Però nessuno ti aiuta dopo questa scelta, a parte il Comune che ci ha fornito i giochi da tavolo. Ho preferito puntare sulla cultura: dai giochi ai concerti dal vivo, dagli eventi alle presentazioni di libri, dalle mostre alla valorizzazione della saletta che è la casa natale di Giovanni da Udine. La risposta della gente – aggiunge – è positiva, lenta, ma positiva. Conta molto il passaparola».

Anche Franco del Caffè Caucigh è convinto della scelta fatta, «anche se non c’è stato alcun beneficio diretto». «Non parlerei né di guadagno né di perdite, ma di una decisione in linea con la mia idea di locale pubblico». In merito al progetto “The Smart Play – La mossa giusta”, lo definisce «un’iniziativa meritevole».

Puntano a un ambiente tranquillo e a misura di studente al bar Centro Studi di via Leonardo da Vinci, a due passi dai principali istituti superiori della città: «Le slot non ci interessano, ci teniamo a tutelare la tranquillità dei ragazzi. Non torniamo indietro su questa decisione», assicurano Giorgio e Vera, una delle titolari. Diversa la visione di Lara del bar Beethoven: «Se domani aprissi un bar in periferia, farei una sala di sole slot, semplicemente perché con l’etica non ci pago le tasse. Ho fatto una scelta dettata dalla fine di un cantiere in piazza primo maggio, durante il quale nessuno mi ha dato una mano, compresi coloro che adesso fanno la battaglia contro le macchinette». È amareggiata la titolare del Beethoven, che si sarebbe aspettata almeno uno sconto sulla tariffa dell’occupazione del suolo pubblico. «È stata una mia scelta, che però non mi ha portato a nulla. Ripeto, se oggi dovessi aprire un nuovo bar, visto anche quello che sta succedendo con il coronavirus, installerei le slot per riuscire a pagarmi l’affitto».

Una vera e propria piaga, quella del gioco d’azzardo, anche in Fvg, dove ogni anno, i maggiorenni, in media, spendono 1.300 euro a testa (1.087 a Udine). Non a caso più di 600 persone, nel 2019, sono state prese in carico dai Servizi per le dipendenze. Il numero di giocatori patologici, in regione, oscilla tra lo 0,5% e il 2,2%, quello dei giocatori problematici si attesta tra l’1,3% e il 3,8%. Numeri alla mano, è chiaro il motivo per il quale il Comune ha lanciato il progetto “The Smart Play – La mossa giusta”, che dopo due anni di attività attende un nuovo finanziamento dalla Regione per essere rilanciato. E non solo tra gli esercizi pubblici, ma soprattutto tra gli studenti.

«È un progetto importante che funziona bene – sostiene l’assessore comunale Elisa Asia Battaglia – ed è visto di buon occhio da molte amministrazioni del Fvg e di fuori regione. L’obiettivo è combattere in maniera concreta il gioco d’azzardo, per questo abbiamo intenzione di proseguire con l’iniziativa, implementandola. I “kit di pronto soccorso ludico” sono a disposizione non solo dei bar, ma anche di alberghi, scuole e del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto