«Violarono segreti industriali» Tre condanne e risarcimento
Tre ex manager sono stati condannati per rivelazione di segreti scientifici e industriali ai danni della Icos pharma spa (già Icos impianti spa) di Cusano di Zoppola, specializzata nella produzione di lavastoviglie industriali per sterilizzare i contenitori per farmaci. Insieme, dopo l’uscita dalla Icos, hanno fondato una propria impresa nello stesso campo, la Last tecnology di Prata.
La procura ha contestato agli imputati di essersi appropriati del know how commerciale della Icos (distinte di costi, business plan, contratti di fornitura esclusiva con terzi) e di aver copiato e usato file di progettazione meccanica di una lavatappi, violando segreti industriali e scientifici dell’impresa di Cusano.
Il giudice Piera Binotto ha riconosciuto la responsabilità amministrativa dell’azienda: la Last Technology pagherà 150 quote da 300 euro, per un totale di 45 mila euro. Sono stati inflitti un anno e tre mesi, pena sospesa, a Massimo Castellarin (ex direttore commerciale), nativo di San Martino al Tagliamento e residente a Pordenone e Luca Corazza, originario di Motta di Livenza e residente a Roveredo in Piano, già direttore tecnico. A entrambi il pm ha contestato anche l’ipotesi di accesso abusivo al sistema informatico della Icos. Marco Bars, nato a Treviso e residente a Casale sul Sile, è stato condannato invece a dieci mesi di reclusione solo per i segreti violati. Il giudice ha disposto inoltre la condanna al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede e una provvisionale da 75 mila euro alla parte civile, la Icos pharma spa, costituita con l’avvocato Maurizio Miculan.
L’avvocato Alberto Fenos, che ha assistito i tre imputati, aveva concluso la sua arringa con la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste e la condanna dei querelanti al pagamento delle spese e dei danni subiti a causa del procedimento penale. La difesa ha sostenuto che non sono stati rinvenuti progetti completi della macchina lavatappi, che i file sequestrati non erano coperti da riservatezza e oltretutto erano stati cancellati e che i tre ex manager erano liberi da vincoli, poiché allontanati senza la definizione di un patto di non concorrenza. «Giustizia è fatta», il commento dell’avvocato Miculan dopo la sentenza. —
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