Vinitaly, il vigneto Friuli sfida i colossi e vola nell'export

La nostra regione, forte del 56 per cento di export in più, ha registrato la migliore performance italiana. Cinesi e scandinavi tra gli acquirenti allo stand

INVIATO A VERONA. Il vigneto Friuli sfida i colossi. E lo fa forte del 56 per cento di export in più fatto registrare negli ultimi anni, la migliore performance italiana. Certo parte del merito va al Prosecco e al Pinot grigio, due vini il cui successo non conosce rallentamenti soprattutto nei mercati ricchi come Stati Uniti e Gran Bretagna, ma anche gli autoctoni, in primis la Ribolla gialla e il vecchio e mai dimenticato Tocai, oggi Friulano, ne hanno beneficiato.

Lo stand Ersa, rinnovato nello stile e con 106 produttori aggregati, e gli altri 60 vignaioli “indipendenti” nel padiglione 6 della Fiera di Verona, dimostrano che il settore è in piena salute. Stand presi d’assalto fin dalla mattinata, con contatti commerciali interessanti: si sono visti diversi buyers russi e anche, finalmente, qualche cinese, oltre ad americani, tedeschi e scandinavi.

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C’era molta attesa per il possibile vertice tra i due uomini del momento, Matteo Salvini della Lega e Luigi Di Maio del Movimento Cinque Stelle. Il leghista e il grillino si sono fermati a lungo a Vinitaly, stringendo mani e dichiarando a raffica, ma alla fine i due “indiziati” per fare il Governo che verrà non si sono incrociati. Salvini ha scelto il low profile: camicia azzurra, senza cravatta, nel pomeriggio ha visitato lo stand Friuli, concedendosi un calice di rosso e chiacchierando con alcuni vignaioli. Visita di poco preceduta da quella del segretario Pd Maurizio Martina che non ha mancato il tradizionale brindisi con l’assessore regionale all’Agricoltura Cristiano Shaurli.

Al Vinitaly si è vista anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che non ha mancato di commentare la situazione politica sottolineando ancora una volta che spetta al centrodestra prendere il testimone dall’esecutivo di centrosinistra guidato da Paolo Gentiloni.



L’inaugurazione ufficiale è avvenuta alla presenza della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente del Veneto Luca Zaia, del leader della Lega Matteo Salvini e di molte altre autorità.

I numeri da record di questa edizione numero 52 li ha snocciolati il presidente della Fiera di Verona Maurizio Danese: «Il quartiere fieristico è sold out da dicembre - ha spiegato - i vini proposti dagli espositori sono 15 mila 100 di 4 mila 370 aziende, la presenza estera è cresciuta del 25 per cento. I buyers accreditati sono 32 mila, provenienti da 142 Mazioni».

La presidente di Palazzo Madama, nel suo intervento, ha fatto una riflessione sulla sicurezza alimentare: «Parlare di vino significa anche parlare di sicurezza alimentare - ha detto la seconda carica della Repubblica -. Ed è proprio nei momenti di criticità, come quello verificatosi a metà degli anni Ottanta, con lo scandalo delle sofisticazioni e del metanolo, che si può verificare se all’interno di un sistema produttivo ci sono le professionalità, la capacità, la visione per intraprendere un percorso tutto nuovo. Il sistema Italia ha dimostrato di saperlo fare, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, i dati economici sulla diffusione nel mercato globale lo confermano. Vinitaly è un’eccellenza italiana assoluta, un fiore all’occhiello per Verona e per tutto il Paese».

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In casa friulana taglio del nastro all’insegna della sobrietà, ma soprattutto della solidarietà con il progetto “Tappodivino”, raccolta di tappi di sughero per generare un vero e proprio circolo virtuoso di solidarietà ed eco-sostenibilità. Dal 2015 Tappodivino opera a beneficio di Dynamo Camp, camp di terapia ricreativa che ogni anno ospita gratuitamente, per periodi di vacanza e svago, più di mille 300 bambini e ragazzi malati oncologici. Il progetto è semplice: i tappi di sughero vengono raccolti e convertiti in materiale per la bioedilizia in collaborazione con Amorimcorkitalia e finora sono stati donati 42 mila euro con quasi 60 mila chili di tappi riciclati.

All’inaugurazione solidale hanno aderito alcune fra le più interessanti iniziative promosse dal nostro mondo del vino: la Cantina produttori di Cormons con “Il vino della Pace”, Anfass Udine e l’Azienda Giorgio Colutta con ”Diversamente doc”, Lis Neris con “Fatto in paradiso” e il gruppo di enologi “Fuori di testa” con “Diamo un taglio alla sete”.

Shaurli, nel suo breve intervento, ha ripercorso un po’ gli anni da assessore (il 29 aprile si vota) e ha fatto un bilancio della sua esperienza. «Abbiamo ottenuto risultati importanti: la costituzione della Doc Friuli e della Doc delle Venezie per il Pinot grigio, oltre al percorso avviato per la Ribolla gialla. I nostri vini si identificano con il territorio, sono unici e nessuno può copiarceli. E i vignaioli sono i custodi di questa unicità e del territorio. È un0edizione da record per noi, grazie a tutti quelli che lavorano dietro le quinte e che ci hanno permesso di fare bella figura».

In questa edizione di Vinitaly il vincitore friulano della medaglia Cangrande è stato Paolo Comelli, dell’azienda “i Comelli” di Nimis, tra i promotori dell’iniziativa solidale “Diamo un taglio alla sete”. A lui è stato conferito il premio “Angelo Betti – Benemerito della Viticoltura 2018”.

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