Viaggio in Borgo stazione a Udine dove uno su tre è straniero

Un terzo della popolazione che abita Borgo Stazione è straniera. Ma non solo: in viale Europa Unita le presenze straniere superano quella italiane, attestandosi al 55 per cento dei residenti. In base ai calcoli effettuati sui dati delle dodici vie che compongono il quadrilatero del quartiere delle Magnolie, emerge che sul totale di 2.096 abitanti  gli italiani comunque continuano a rimanere la maggior parte, con 1.425 persone (pari al 68 per cento), ma una bella fetta di abitanti è straniera e raggiunge, al 32 per cento, quota 671
Udine 6 settembre 2016. Borgo Stazione. Via Roma e Via Leopardi. © Foto Petrussi / Petrussi Diego
Udine 6 settembre 2016. Borgo Stazione. Via Roma e Via Leopardi. © Foto Petrussi / Petrussi Diego

UDINE. Un terzo della popolazione che abita Borgo Stazione è straniera. Ma non solo: in viale Europa Unita le presenze straniere superano quella italiane, attestandosi al 55 per cento dei residenti. In base ai calcoli effettuati sui dati delle dodici vie che compongono il quadrilatero del quartiere delle Magnolie, emerge che sul totale di 2.096 abitanti – s’intende con residenza – gli italiani comunque continuano a rimanere la maggior parte, con 1.425 persone (pari al 68 per cento), ma una bella fetta di abitanti è straniera e raggiunge, al 32 per cento, quota 671.



La via più popolata è sicuramente viale Europa Unita, in cui su 468 persone 210 sono italiane, il resto, altre 258, arrivano dall’estero e la situazione, rispetto al 2013, non è molto cambiata. Ad analizzare e contestualizzare i dati è il sociologo Marco Orioles che, dopo aver raccolto i numeri forniti dall’anagrafe del Comune, ha “ritagliato” e si è concentrato su una porzione della città, quella della stazione appunto, a partire dalla convinzione di molti udinesi che questa zona sia particolarmente frequentata e abitata da una popolazione principalmente straniera.

Se viale Europa Unita conta il maggior numero di presenze straniere, non se la cavano male nemmeno via Leopardi, con 167 stranieri su 396 (pari al 42,2 per cento) e via Nievo, in cui il 40,6 per cento dei 155 residenti non è un cittadino italiano.

In città gli stranieri sono 13.697, il 13,8 della popolazione e sono in leggero calo rispetto a qualche anno fa, con il picco del 2013 in cui avevano raggiunto il 14,5 della popolazione totale di 99.341 residenti. «Se pensiamo alla media di presenze straniere spalmata sull’intero Comune, il 13,8 per cento, si denota come in questa parte della città la concentrazione di non italiani supera il doppio di presenze – osserva il sociologo Orioles – e se scendiamo nel dettaglio dell’articolazione interna delle vie, effettivamente, viale Europa Unita è a maggioranza straniera. Anche in via Leopardi e via Nievo il numero di stranieri è importante, visto che raggiunge il 40 per cento».

Numeri significativi, che però devono anche far riflettere sull’effettiva densità di popolazione straniera, non così «schiacciante” come spesso si descrive.

«La percezione è esagerata, considerando che stiamo parlando di 670 individui e non una massa così imponente di persone – indica Orioles – e, a parte un caso, quello di viale Europa Unita, gli italiani continuano a essere la maggioranza nel quartiere».

I numeri degli anni precedenti, raffrontati a quelli odierni, avvalorano la tesi secondo la quale nel borgo – sebbene in soli tre anni abbia perso 67 persone, passando dai 2.163 residenti ai 2.096 – gli stranieri diminuiscono, mentre crescono gli italiani. Nel 2013 i cittadini italiani residenti erano 1.400 e ora sono 1.425, al contrario di quelli stranieri passati da 1.371 a 671. Significa che in tre anni 92 persone non italiane hanno abbandonato il quartiere, con un calo di circa il 12 per cento di presenze.

Un caso specifico è via Dante, dove oggi su 56 persone 54 sono italiane e solo due straniere, anche se rappresenta, assieme a via Battistig, una delle strade in cui si sono registrate più “fughe” (italiane e straniere). Si ripopolano invece via De Rubeis, che ha perso in tre anni una decina di stranieri, acquistandone 19 italiani e arrivando così da 139 a 148, e via Carducci, passata da 178 a 187, con una decina di italiani in più.

Insomma, nessuno mette in discussione che Borgo Stazione sia un quartiere multietnico, ma comunque, a guardare i numeri, pare i nuovi residenti non abbiano timore di scegliere questo posto per vivere – va precisato che i dati non specificano se una parte di questi “nuovi” abitanti abbiano ottenuto la cittadinanza italiana o siano italiani di nascita. «Questi dati fanno capire che la metamorfosi degli ultimi 20 anni del quartiere non è terminata – spiega il sociologo –: la percentuale della popolazione straniera si è assestata è anche leggermente diminuita, ma ci saranno sicuramente ulteriori trasformazioni ed evoluzioni, delle quali non conosciamo le direzioni, saranno imprevedibili».

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