Viaggio di lavoro, centri commerciali e distanza di sicurezza nei ristoranti: guida ai nuovi divieti [Le regole della Regione]

Chiesti chiarimenti su spostamenti dalle zone arancioni e sui locali pubblici. Il “pacchetto” di misure del Governo resterà in vigore fino al prossimo 3 aprile

Un decreto d’urgenza varato in piena notte e tutta una serie di difficoltà interpretative. Così la domenica dei vertici della Regione Friuli Venezia Giulia è trascorsa tra telefonate e continue riunioni con Roma, con il Governo e la Protezione civile. Tre i punti su cui la Regione, entro poche ore, vuole delucidazioni.

I viaggi di lavoro. Il primo riguarda i viaggi di lavoro tra le province considerate “zone arancioni” (Treviso, Venezia e Padova quelle più vicine a noi) e le province del Friuli Venezia Giulia.

«Una persona che abita a Treviso – ha detto Fedriga – può venire in ufficio a Udine stando a contatto con i colleghi, ma non può andare a passeggio nella sua città a fare un acquisto. È un aspetto da considerare per bene».

Il governo, come si è appreso in serata, sta definendo ulteriori disposizioni per fare chiarezza sul punto lavoratori e circolazioni delle merci tra la nostra regione e le zone arancioni (si va verso una misura più morbida)

Differenze con un locale pubblico. Secondo punto le differenze che il Decreto Conte farebbe tra locali pubblici. «Perché un pub deve restare chiuso – ha aggiunto Fedriga – e una pizzeria no? Il panino fa male e la pizza no? Devono spiegarci questa cosa».

Il trasporto merci. Terzo punto la delucidazione, richiesta dal Fvg, sul trasporto delle merci. «Non posso interpretare autonomamente – ha ribadito il governatore – un decreto che non è della Regione». In ogni caso il “pacchetto” con le interpretazioni sui punti dubbi dovrebbe arrivare a stretto giro di posta, perché appunto ieri i vertici e i contatti con Roma si sono susseguiti uno dopo l’altro.

Le norme stringenti. Ma quali sono le nuove norme valide per il territorio del Friuli Venezia Giulia e alle quali tutti devono attenersi? Molto stringenti, anche se non come quelle che vengono applicate in Lombardia e in altre 14 province, dove vige una specie di coprifuoco.

  • In Friuli Venezia Giulia sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati.
  • È sospesa l’apertura dei musei e di altri istituti e luoghi di cultura. Sospesa anche l’attività di cinema e teatri.
  • Lo svolgimento dell’attività di ristorazione e bar è consentito, con obbligo a carico del gestore di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.
  • È fortemente raccomandato negli esercizi commerciali, all’aperto e al chiuso, che il gestore garantisca un accesso con modalità contingentate per impedire assembramenti di persone, sempre nel rispetto della distanza interpersonale di un metro.
  • Sono sospesi eventi sportivi di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo: pubblico o privato.
  • Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi, nonché gli allenamenti degli atleti agonisti, all’interno di impianti a porte chiuse. In ogni caso le associazioni e le società sportive sono tenute, attraverso il proprio personale medico, ai controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus tra gli atleti, gli accompagnatori, i tecnici e di dirigenti.
  • Tutte le disposizioni hanno efficacia fino al 3 aprile.

Il contenimento del virus, ormai è chiaro, è la vera e unica priorità di queste settimane. È necessario che la malattia venga confinata e depotenziata il più presto possibile, per evitare un dilagare di casi di infezione con tutte le conseguenze del caso.

Fedriga, nella diretta Fb, ha fatto un appello ai concittadini, invitando tutti alla collaborazione. «Dobbiamo avere la massima attenzione nei comportamenti quotidiani, evitare i luoghi affollati, mantenere la distanza minima di un metro – ha affermato –, lavarsi spesso le mani e non metterle negli occhi o in bocca. Prendere sottogamba il virus è sbagliato, così come gli allarmismi. La comunità regionale è unita e combatte insieme».

Quindi il presidente ha detto che la «bisogna prima fermare il virus, altrimenti l’economia non riparte e se i contagi aumentano, i turisti non tornano in Italia». Ha ribadito la necessità di una «rete di salvataggio con soldi pubblici per le imprese più in difficoltà, perché sappiamo la sofferenza e la drammatica situazione che stanno vivendo imprenditori ed esercenti». Infine ha chiuso ringraziando in particolar modo «tutto il personale sanitario che sta facendo un lavoro enorme».


 

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