Via gli esami e più costi per la raccolta funghi. I micologi: salute a rischio

UDINE. Si prospetta la deregulation nella raccolta dei funghi e le associazioni micologiche insorgono. La giunta regionale punta a ridisegnare la legge 12 del 2000 «cancella esami e corsi per il rilascio del patentino e aumenta i costi – tuona il coordinatore della Federazione dei gruppi micologici del Fvg, Giuliano Ferisin –, mettendo in pericolo la salute di tutti».
Con la riforma degli enti locali è necessario ridisegnare la legge in tema di raccolta e commercializzazione dei funghi, poiché la norma suddivideva il Fvg in otto zone, le quattro Comunità montane e le Province. Con l’avvio delle Uti è stato dunque indispensabile aggiornare il testo. In questi mesi la Federazione dei gruppi micologici regionali si è incontrata più volte con l’assessore Paolo Panontin per collaborare alla stesura di una legge che fosse condivisa da tutti. «Davanti al colpo di coda della Regione sul testo sono rimasto sbalordito – commenta Ferisin –, sono stati aboliti gli esami per l’ottenimento del patentino e le zone da otto sono passate a 18, facendoci fare un balzo indietro di più di trent’anni, alla legge del 1981».
L’addio al patentino era «fin dall’inizio la volontà dell’assessore – assicurato Ferisin –. Considerata l’importanza di conoscere i funghi che si vanno a raccogliere però ci eravamo immediatamente offerti di gestire i corsi come gruppi micologici appartenenti alla Federazione che, dopo un esame di idoneità finale, avrebbe rilasciato un attestato con il quale richiedere la certificazione.
Sappiamo benissimo che l’obbligo di frequenza senza un esame finale non serve a nulla. Non si tratta di un aggravio di burocrazia o voler complicare l’esistenza al raccoglitore, ma renderlo cosciente e consapevole dei danni che può provocare all’ambiente e a se stesso con comportamenti scorretti».
Ferisin porta anche statistiche a corredo della sua tesi: «Dopo l’obbligatorietà degli esami introdotta nel 2000, sono drasticamente scesi morti e incidenti con un’inevitabile ripercussione sulle casse regionali – garantisce l’esponente regionale – perché un solo trapianto di fegato costa qualcosa come 500 mila euro». C’è poi l’unificazione della quota sul territorio regionale. Durante i colloqui fra Panontin e Ferisin era stata ipotizzata l’introduzione di una quota differenziata per residenti in regione (50 euro) e fuori regione (100 euro), cifre ritenute eque dall’assessore e dalla Federazione.
«Poi però è spuntata l’unificazione delle tariffe a 70 euro, con disappunto delle migliaia di raccoglitori regionali e probabilmente la felicità di una minoranza dei fuori regione – osserva il coordinatore dei micologi –. Non mi pare siano momenti per spremere il portafoglio alle persone anche negli hobby, questa esosità non farà altro che incentivare l’abusivismo, vista anche la carenza dei controlli. Noi non vogliamo raccogliere i funghi gratis, ma vogliamo pagare il giusto». Domani alle 10 è convocato il Consiglio delle autonomie locali (Cal) che sarà chiamato anche a esprimere l’intesa sullo schema di disegno di legge approvato in via preliminare dalla giunta.
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