Vescovo di Treviso in pensione Valutati Pellegrini e Pizziolo

Dal 15 marzo nella vicina provincia veneta il presule dovrà lasciare l’incarico La successione potrebbe coinvolgere le diocesi di Pordenone e Vittorio Veneto



Nell’agenda della Chiesa ci sono due date, a breve termine, segnate col rosso, per il Nordest: 15 marzo e 23 maggio. Tra un mese esatto, infatti, il vescovo di Treviso Agostino Gardin, una delle diocesi più estese d’Italia, firmerà le dimissioni, come vuole il Codice di diritto canonico al compimento del 75° anno di età. Tra tre mesi, invece, l’assemblea della Cei, la conferenza episcopale italiana, sarà chiamata ad eleggere il nuovo presidente di Caritas italiana, ruolo ricoperto ad interim, dal 9 gennaio scorso, da monsignor Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto.

Due scadenze che potrebbero essere concatenate e dare il via a qualche movimento nello scacchiere dei vescovi del Triveneto. Per la successione a Gardin, infatti, si fanno due nomi: quello di Pizziolo e quello del vescovo di Concordia-Pordenone, Giuseppe Pellegrini. Rumors, ovviamente, tenendo presente l’imprevedibilità – e lo ha dimostrato in molte occasioni – del Pontefice, ovvero di colui che mette il sigillo alle nomine episcopali.

I movimenti, infatti, potrebbero essere conseguenti. I consueti “bene informati” dicono che la promozione del vescovo di Vittorio Veneto – che ha giurisdizione anche nel Sacilese – sia già sul tavolo di papa Francesco con il disegno di una maggiore integrazione tra le due diocesi trevigiane a fronte della contrazione delle vocazioni.

Il secondo nome al vaglio sarebbe proprio quello di Giuseppe Pellegrini, alla guida di Concordia-Pordenone dal 2011, 65enne con una prospettiva pastorale decennale. Tempo sufficiente per una nuova esperienza. Delegato dalla Cei per le missioni (dalla diocesi ha avviato un progetto in Mozambico) potrebbe essere il vescovo della “Chiesa in uscita” in fatto di accoglienza e integrazione dei migranti grazie a progetti che, nella Destra Tagliamento, hanno funzionato. Terra che, grazie a monsignor Pellegrini, dopo decenni è riuscita a donare un altro vescovo, monsignor Livio Corazza, e un responsabile nazionale di Azione cattolica, don Fabrizio De Toni. Credenziali che, dicono, pare contino molto nella Curia romana. Basterà aspettare. —



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