Vertenza su ferie e sicurezza, l’Acciaieria di Cividale verso lo sciopero

CIVIDALE. Clima teso all’Acciaieria fonderia Cividale spa, i cui dipendenti lamentano un consistente monte ore di permessi e ferie non goduti e si dicono determinati a far valere i propri diritti.
Già da due settimane sono organizzati presidi davanti all’azienda e prossimamente sarà indetta una nuova assemblea, dopo quella, recente, che ha deliberato lo stato di agitazione con astensione dall’attività in regime di straordinario, a tempo indeterminato.
In una nota diramata ieri i sindacati di categoria annunciano la preparazione di un pacchetto di ore di sciopero, «che a breve – si precisa – saranno comunicate», e l’intenzione «di dare applicazione a tutte le forme di tutela contrattuale e legale della forza lavoro, laddove la riluttanza aziendale non dovesse sindacalmente consentire di trovare le soluzioni».
Il nodo parte dalla rivendicazione di un premio di risultato aziendale. «I dipendenti, circa 270, dell’Acciaieria fonderia – si legge nel testo prodotto dai sindacati –, lavorano a turni: sostengono di averlo fatto più del dovuto e di meritare dunque un premio, che si deve concretizzare tramite un accordo aziendale che è stato presentato da sindacati e Rsu già lo scorso mese di dicembre. Il contratto prevede un riscontro entro 20 giorni dalla consegna, ma a oggi la direzione non ha convocato la delegazione sindacale».
Vi è però sul piatto un’ulteriore questione: «È infatti in corso – rilevano sempre i sindacalisti – un confronto molto serio sui temi della prevenzione e della sicurezza sul luogo di lavoro. Nonostante la direzione abbia puntualmente risposto alle istanze sindacali di una maggiore tutela della salute del personale, nei fatti ben poco è stato realizzato e si continua a operare con preoccupazione.
Servono investimenti, anche se con gradualità, che mettano in sicurezza alcune posizioni, per scongiurare e prevenire ogni tipo di infortunio. Alcuni dipendenti lamentano problematiche fisiche: stiamo valutando come gestirle».
Un terzo fronte d’intervento – concludono le organizzazioni sindacali – riguarda i comportamenti interni del personale: obiettivo è «mantenere un clima di assoluto rispetto nello svolgimento delle mansioni di ciascuno».
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