Verdi, il Pd vuole Nevio Alzetta La Provincia se ne va

E la Regione minaccia di tagliare i contributi Il sindaco Pedrotti prende tempo: «Sto valutando»

di Martina Milia

La nomina della presidenza del Verdi rischia di essere lo “spettacolo” con più colpi di scena della prossima stagione teatrale. Perché il Partito democratico chiude il cerchio sull’ex sindaco ed ex consigliere regionale di fede diessina Nevio Alzetta, perché nello stesso giorno il presidente della Provincia senza sapere ancora quale sia il “nome” prescelto censura le modalità e annuncia che la Provincia ritirerà i 160 mila euro per il 2012 e perché la Regione, per le stesse ragioni e per voce dell’assessore alla cultura Elio De Anna, fa intendere che gli 840 mila euro in arrivo da Trieste potrebbero subire una cura dimagrante.

In questa trama alquanto intricata, l’ “eroe” di turno dovrà essere il sindaco Claudio Pedrotti perché spetta al primo cittadino, in base a quanto stabilisce lo statuto, l’indicazione del presidente dell’ente teatrale. E allora prima che cali il sipario del primo tempo, Pedrotti lascia la suspance. «Sto valutando il nome che mi è stato proposto» si è limitato a dichiarare ieri sera, appena rientrato in città dopo qualche giorno di riposo. Come dire che il problema non sono le qualità personali di Alzetta, quanto il fatto se sia o meno la persona adatta a quel ruolo.

Il Partito democratico di nome ne ha presentato uno solo, anche se – confessano alcune anime – l’intesa è stata tutt’altro che semplice perché Alzetta è «uomo di Lodovico Sonego» e l’ex assessore regionale è presenza per molti ancora troppo ingombrante nel partito. A spiegare le ragioni dell’indicazione è il coordinatore comunale Walter Manzon che con la consueta pazienza e determinazione ha guidato un processo tutt’altro che facile. «Abbiamo sentito i principali operatori culturali della città – spiega Manzon – dal presidente uscente Cudin, ad Angelo Cozzarini a Gianmario Villalta e molti altri, per capire cosa servisse al teatro. Ci è stato detto che serviva un presidente in grado di avere relazioni con il mondo economico, in grado di governare un cda composito. Gli aspetti artistici e più prettamente culturali sono già affidati al direttore. Alzetta ha queste caratteristiche ed ha esperienza nel settore perché ha contribuito a redigere la legge regionale sui teatri quando era in sesta commissione regionale». E poi «è espressione del territorio provinciale, a dimostrazione del fatto che anche per noi il Verdi è il teatro di riferimento della provincia».

Ma al di là dei nomi la battaglia politica di queste settimane verte su una domanda: può la nomina di un ente culturale essere determinata da un partito? No secondo il presidente della Provincia che pur essendo fuori città e non sapendo della proposta-Alzetta, ha inviato una comunicazione piccata in cui si chiama fuori. «Pedrotti ha perso un’occasione per dimostrare che si potevano fare delle scelte condivise – dice lapidario –. Strada più volte seguita insieme a Bolzonello. Strada che ha portato a buoni risultati».

Il presidente anticipa già che i 160 mila euro previsti per la gestione del Verdi andranno a sostenere altri progetti. «Dal 2012 la Provincia non ci sarà più» scrive nell’intervento che pubblichiamo interam interamente nel pezzo a fianco. Una quota dei fondi riservati al teatro di Pordenone andranno a finanziare l’attività culturale del resto della provincia. La parte rimanente sarà, invece trasferita al sociale, settore caro a Ciriani. Primo obiettivo «sarà quello di fornire il servizio di odontoiatria per disabili di cui oggi la provincia è sguarnita».

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