Venzone commissariata e divisa «Non meritavamo tutto questo»

La gente si interroga e dietro le nomine degli assessori esterni vede la mano del Pd Gli amministratori della ricostruzione: è stata una bambinata che ci ha offesi

VENZONE

«Venzone non ha paura. Si è risollevato dopo il terremoto lo farà anche questa volta». Qualcuno dirà che Sergio Madrassi è di parte perché è lo zio del consigliere comunale Corinna Madrassi, uno degli otto che hanno sfiduciato il sindaco Fabio Di Bernardo. Può darsi, ma ieri, al “Caffè vecchio”, nel Borgo più bello d’Italia, sorseggiando il caffè del Messaggero Veneto, in una piazza affollata di turisti e ciclisti, i cittadini si sono detti infastiditi dalla sfiducia votata a colpi di accuse in una sala consiliare affollata di gente.

I venzonesi avrebbero preferito partecipare in quella a un dibattito per trovare soluzioni condivise sulla pedonalizzazione della piazza dove le auto, come afferma da anni l’ex sindaco Antonio Sacchetto, non dovrebbero proprio stare. Invece, due anni fa, il provvedimento venne calato dall’alto e poi revocato. Dall’alto sono calate pure le dimissioni del sindaco poi ritirare senza confrontarsi con i suoi. Da qui parte l’analisi sul commissariamento. «Venzone non ha bisogno di queste stupidaggini, è stata una bambinata». Severo il giudizio di Sacchetto e ancora di più quello del direttore della Riserva di caccia ed ex amministratore pubblico, Valerio Pituelli, che non ha digerito la nomina dei due assessori esterni, il triestino Gianni Torrenti e Gabriela Martinuzzi di Tricesimo. «La scandalosa nomina dei due assessori esterni è stata un’offesa, meglio il commissario». Scatta così il ragionamento politico perché dietro lo scambio di accuse tra Di Bernardo e i suoi, Pituelli vede la mano di un non venzonese che avrebbe mal consigliato Di Bernardo. Quell’amicizia porta dritta al Pd. «Quel consigliere occulto – insiste Pituelli – era segretario del Pd di Tricesimo quando Martinuzzi era assessore dello stesso partito». Ipotesi e intrecci, tutti si chiedono perché Di Bernardo non abbia aperto la giunta ai venzonesi. Ma tra queste antiche mura c’è anche chi analizza la situazione con un altro occhio: «L’amministrazione ha sbagliato i metodi, ma non ha lavorato sempre male. Dispiace sia finita con il commissariamento perché, a prescindere da chi ha ragione e torto, abbiamo perso tutto. Nell’ultimo consiglio, al quale non ho partecipato, sembrava avessero dato gli agnelli in pasto ai leoni. Si è chiuso tra gli applausi quando c’era di piangere». Manuel Madrassi è il fratello di Sergio e lo zio di Corinna. Assicura di non parlare in questo modo per i legami familiari che lo legano alla maggioranza, insiste a dire che «la strada percorsa non va abbandonata». Riconosce che vivere in un luogo vincolato dalle Belle arti non è facile, ma crede nella mediazione. E se a Venzone è mancata la mediazione non sarà facile ricomporre i cocci.





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