Vende on-line e cade nella truffa del Postamat

A segno in Friuli l’ennesima truffa del Postamat. Vittima un quarantacinquenne che risiede in Comune di Campoformido. Nei giorni scorsi l’uomo aveva messo in vendita sul sito di annunci gratuiti Subito.it un cassone da cantiere per 1.800 euro. Poco dopo era stato contattato da uno sconosciuto che pareva interessato. L’acquirente, per concludere l’affare, aveva chiesto al venditore di recarsi a uno sportello Postamat e poi lo aveva convinto a inserire alcuni codici. Solo che si trattava delle credenziali per addebitare quei 1.800 euro sul conto del malcapitato. In sostanza il friulano, invece di intascare la somma richiesta, l’ha persa, finendo per ricaricare il Postamat del truffatore. La vittima del furto si è rivolto ai carabinieri i quali hanno avviato un’indagine.
Solo qualche giorno fa un fatto analogo era stato segnalato ai carabinieri della Compagnia di Udine. Una donna di Moruzzo aveva messo in vendita una stufa su un sito di annunci. Prezzo 250 euro. Ma poi era stata contattata da un truffatore ed era caduta nella trappola che quest’ultimo le aveva teso. Aveva così perso 4.500 a fronte dei 250 euro richiesti. Il denaro era stato “risucchiato” dal suo conto corrente appunto attraverso il famigerato “raggiro del Postamat”. Il presunto responsabile della truffa, un 49enne romeno residente a Padova, era stato poi stato individuato e denunciato dai militari dell’Arma.
“Vai al Postamat che ti mando i soldi”: scatta sempre con una frase di questo genere la trappola del Postamat. E i tentativi sono quotidiani, come confermano le forze dell’ordine contattate di frequente anche solo per chiarimenti e informazioni. I truffatori monitorano i nuovi annunci di vendita su un determinato sito e rispondono a quelli che trattano oggetti di un certo valore, in modo da poter massimizzare l’eventuale introito. Spesso manifestano fretta e propongono al venditore un loro metodo di pagamento “più veloce”. In mezzo c’è sempre uno sportello Postamat e la loro Postepay da ricaricare. È a quel punto che inducono in errore il venditore invitandolo a inserire il suo bancomat nello sportello. Ma perché mai, se è lui a dover ricevere il pagamento, il venditore dovrebbe inserire il suo bancomat? L’inganno è tutto in questa domanda. —
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