Vedova aspetta da 20 mesi la reversibilità dalla Francia
sacile
Venti mesi senza pensione di reversibilità a Sacile: Angelina G. attende l’assegno dalla Francia.
«Un credito cumulato di circa duemila euro è bloccato dalla previdenza francese che chiede documenti già inviati e altri adirittura degli avi dell’Ottocento – dicono esasperati i figli dell’anziana –. Nostro padre è morto da venti mesi e ci chiediamo che cosa stia succedendo alla previdenza francese. E non c’è niente da fare, non mollano: sono arrivati a chiedere il certificato di matrimonio dei genitori e dei nonni di nostra madre».
Nel 2020 i primi ritardi dell’accreditamento dell’assegno pensionistico sono stati giustificati dal lockdown causato dal Covid. Ma il “blocco” della pensione del marito defunto dalla Francia è rimasto tale anche nel 2021.
E la famiglia si è rivolta anche ai sindacati,. che ha inviato solleeciti oltralpe.
«Sei mesi fa l’Inps aveva sospeso i controlli relativi al pagamento delle pensioni estere a causa del Covid – raccontano i figli, che hanno tentato di risolvere il problema anche rivolgendosi alle Poste –. Ma la faccenda si complica: pare che anche altri assegni di reversibilità siano stati rinviati a data da determinare. Un’ingiustizia».
L’assegno mensile sfiora cento euro: è la quota di reversibilità che spetta alla vedova dopo il decesso del marito che, negli anni Cinquanta ha lavorato in alcune imprese edili francesi. «Sacrifici fatti per anni all’estero – ricorda la vedova sacilese – che sembrano cancellati e invece meritano almeno un piccolo riconoscimento economico. Mio marito ha lavorato duramente, come tanti altri emigrati da Sacile in Francia, Germania e altrove».
Le richieste che arrivano ogni mese dalla Francia sono di documenti sempre diversi e riconducibili anche alla fine del XIX secolo. «Hanno richiesto i certificati di nascita degli avi che risalgono al 1899 – segnalano i figli –. La stessa sorte è capitata ad altre famiglie sacilesi che, alla fine della lunga trafila burocratica hanno rinunciato. Un tormento doppio per gli eredi: molestia burocratica e offesa alla memoria di defunti».
Dopo la morte del marito, Angelina G. ha cominciato a aspettare la pensione reversibile: quegli anni passati in Alsazia sono un ricordo vivido. «Dopo 63 anni – dice Angelina – una situazione assurda». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto