Vecchioni agli studenti carnici: amate la parola e la bellezza

TOLMEZZO. Un invito ad amare la parola e la bellezza, così il prof Roberto Vecchioni al Candoni ha incantato ieri gli studenti delle scuole superiori carniche, ricevendo in cambio l’omaggio delle studentesse Marina e Serena, che gli hanno dedicato “Ricuards”, canzone in carnico dedicata proprio a lui. I ragazzi lo hanno accolto con un’ovazione, quando ieri è entrato sul palco.
Poi lo hanno ascoltato con quel silenzio che non ti aspetti da una platea di oltre 400 ragazzi, assorbendo ogni parola, mai banale, ridendo divertiti alle sue battute, sorprendendosi, emozionandosi. Un feeling immediato. «Dovete essere innamorati della parola e della scuola» ha detto loro Vecchioni e ha raccontato i suoi esordi da insegnante in un liceo di periferia, a 60 km da casa.
Raggiungerlo ogni mattina, con la nebbia fitta, la sua auto scassata, pochi soldi in tasca e la prospettiva di andare a parlare di greco e latino a trenta studenti svogliati lo irritava. Sentiva già da fuori il chiasso. Ma quando apriva quella porta, cambiava tutto: di colpo – ha ricordato – capiva che era felice. Era lì per mettere nell’anima di quei ragazzi qualcosa, per insegnare loro ad avere possesso di se stessi nella vita, a conoscere a fondo le cose.
Studiare significa amare, aver a cuore qualcosa. Saper studiare serve a combattere l’ignoranza esterna, sapersi creare un pensiero. Ai ragazzi Vecchioni ha detto: non fatevi fregare, cambierete voi il tempo.
Diverse ore prima del suo concerto (l’evento rientra in MusiCarnia, progetto promosso dal Comune con Euritmica e il sostegno della Regione) sullo stesso palco ieri sera, lui aveva già lasciato il segno in Carnia: rapendo quella platea per condurla a riflettere su quanto ciascuno possa dare valore e senso a ogni istante. «Le parole - ha osservato - non sono casuali, non possiamo usarle come una qualsiasi merce di scambio. Tutte le parole fanno l’umanità».
Mai buttare via una parola, un ricordo. Non dobbiamo perdere nulla, non possiamo farci fregare dal tempo. Non abbandoniamoci, ha esortato, tra il pianto sul passato e la rabbia per il futuro. «Si deve imparare a battere il tempo.
Come? L’amore è fondamentale. L’amore per tutto, per tutti, per il creato, per gli amici. L’amore è un mito e il mito non passa. Devi imparare a costruirti questo tempo, un tempo che rimanga fermo nella tua anima, che sia un tempo tuo, della gioia, della felicità. Lo si impara sentendo una melodia, stando mezzora davanti a un quadro di Raffaello. In questo siamo immortali. Nessuno ci frega nella bellezza. Non si trasmette con gli urli, ma con le emozioni. E non ti batte nessuno».
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