Vaccinazioni in Friuli Venezia Giulia: come si sta muovendo la Regione e quante dosi sono state somministrate

UDINE. Un’unica regia e il coinvolgimento di medici di famiglia, Esercito e Protezione civile per imprimere un’accelerazione alle vaccinazioni. L’idea, suggerita dagli esperti, potrebbe trovare terreno fertile nel “modello Friuli” che, nel periodo successivo al terremoto, seppe attrezzarsi con interventi ad ampio raggio.



«Inevitabilmente una regia centrale, oggi, c’è già, ma dovrà avere una declinazione regionale – osserva il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi –. La nostra Protezione civile è già attrezzata e pronta, come sempre» chiarisce, indicando che, al momento, la priorità è avere la disponibilità delle dosi.

La macchina delle vaccinazioni procede al ritmo di 1.800 immunizzazioni al giorno, eppure, l’andamento dei contagi, in rapido aumento sul territorio regionale e in particolare nella provincia di Udine, oltre alle incognite legate alla diffusione delle varianti, impongono un cambio di passo.



A evidenziare la necessità di fare presto è il presidente dell’Ordine dei medici di Udine Gian Luigi Tiberio: «Noi abbiamo già dato la nostra disponibilità – mette in chiaro – e siamo disponibili a procedere sette giorni su sette nei nostri ambulatori o altrove». Stiamo parlando di 900 professionisti sul campo, ciascuno dei quali, stando ai dati relativi alla campagna antinfluenzale, potrebbe inoculare almeno una ventina di dosi giornaliere, senza contare la possibilità di coinvolgere medici in pensione e specializzandi «ma la nostra disponibilità si scontra con una realtà in cui le dosi arrivano con il contagocce» chiosa Tiberio.



Se i tempi di Reithera, Takis e Irbm, le tre imprese biotecnologiche italiane impegnate sul vaccino sono ancora incerti, occorre guardare al russo Sputnik V o alla produzione avviata da Johnson & Johnson. Dopo che la Food and drugs administration ha dato il via libera all’autorizzazione di emergenza per il loro vaccino monodose, l’agenzia europea per il farmaco (Ema) potrebbe dare la sua approvazione e iniziare la distribuzione a fine marzo o a inizio aprile.

Qui potrebbero entrare in campo le Forze armate e la Protezione civile utilizzando strutture mobili già testate con il terremoto, quando non palestre o teatri. «Nella Bassa friulana assieme ad alcuni colleghi stiamo già sperimentando le vaccinazioni con postazioni mobili» segnala Tiberio, indicando una sorta di prova generale che può essere estesa su più vasta scala.

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