Usò il trattore della Regione, condannato
di Alessandra Ceschia
Ha utilizzato un trattore appartenente alla Regione, vi ha attaccato dietro una vangatrice e lo ha usato su un appezzamento che lui stesso coltivava. Ma qualcuno lo ha visto e ha fatto la spia. Per Daniele Cossa, 57enne udinese, funzionario del Corpo forestale regionale e direttore dei lavori al “Vivaio Pascul” di Pradandons, frazione di Tarcento, quel raccolto è costato una condanna a 8 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. L’accusa formalizzata nei suoi confronti dal sostituto procuratore Marco Panzeri (sostituito dal pubblico ministero Lucia Terzariol), era di peculato. Nell’udienza di lunedì la difesa, rappresentata dall’avvocato Aldo Scalettaris, ha chiesto il giudizio abbreviato. Al termine della camera di consiglio il giudice per le udienze preliminari Roberto Venditti ha emesso la sentenza di condanna.
La vicenda risale al 26 aprile del 2010 quando l’uomo, a quell’epoca direttore dei lavori al vivaio di Pradandons, stando alla ricostruzione dell’accusa, prese il trattore e, dopo avervi attaccato l’attrezzo, una fresa secondo gli inquirenti, si recò in un fondo attiguo che coltivava con l’autorizzazione della proprietaria dell’appezzamento e lo utilizzò. Poi è arrivata la segnalazione di un sottoposto con il quale il funzionario non era in ottimi rapporti, da qui l’esposto presentato in Procura dalla Direzione centrale risorse agricole, naturali e forestali, parte offesa nel procedimento giudiziario. Stando alla ricostruzione della difesa, che ha anche depositato una memoria in Procura, dopo la conclusione delle indagini preliminari condotte dai carabinieri della polizia giudiziaria, la vicenda avrebbe avuto altri contorni. Si sarebbe trattato di una vecchia vangatrice inutilizzata da un paio d’anni che l’uomo avrebbe voluto testare su un campicello già arato di cui aveva la disponibilità. Non sull’intera superficie del fondo ma solo sull’area perimetrale per una sorta di test che non sarebbe durato più di un’ora. L’avvocato Scalettaris ha chiesto che il proprio assistito fosse assolto perché il fatto non sussiste.
«Vi erano tutti i presupposti per l’assoluzione sia per motivi di diritto sia per questioni di fatto» ha commentato e, pur riservandosi di leggere le motivazioni della sentenza ha annunciato un probabile appello. «Non solo fra le mansioni del funzionario rientravano quelle di garantire la manutenzione degli attrezzi fra i quali la vangatrice in oggetto, ma non esisteva fra i terreni del vivaio un fondo che consentisse l’affondo dell’attrezzo per 20-30 centimetri». Una tesi che non è bastata a evitare il pronunciamento della sentenza di condanna nei confronti del funzionario che, nel frattempo, non solo è stato colpito da un provvedimento disciplinare, ma ha anche chiesto e ottenuto un trasferimento.
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