Usa il contrassegno del padre morto per l’auto: assolta
Ha parcheggiato la sua auto davanti all’Ente Fiera a Torreano Martignacco utilizzando gli stalli riservati ai disabili e ha esposto sul parabrezza un regolare contrassegno che viene rilasciato alle persone che sono affette da disabilità. Ma la persona alla quale era stato rilasciato tale contrassegno era morta due anni prima.
È finita così dinanzi al giudice ed è stata chiamata a rispondere dell’accusa di sostituzione di persona, ai sensi dell’articolo 494 del codice penale, Silvia Pastore, udinese di 42 anni, sorpresa dagli agenti della polizia municipale mentre piazzava la sua auto nei parcheggi contornati di giallo. I fatti risalgono al gennaio 2010.
E quando gli agenti della municipale di Martignacco hanno deciso di procedere a un controllo sull’identità della persona cui era intestato il contrassegno hanno verificato che si trattava del padre della donna, deceduto appunto un paio d’anni prima. La donna si è scusata assicurando che si era trattato di un errore, poiché era certa di aver portato con sè un altro contrassegno valido per il parcheggio riservato ai portatori di handicap, quello rilasciato alla madre.
Non è bastato a evitarle una multa da 84 euro, prima, e un rinvio a giudizio per sostituzione di persona, poi. Ed è così che ieri al tribunale di Udine davanti al giudice monocratico Mauro Qualizza si è celebrato il processo a carico della donna, difesa dall’avvocato di fiducia Laura Scuor.
A fronte delle istanze del pubblico ministero onorario Marzia Gaspardis che, nella sua arringa, ha chiesto al giudice una sentenza di condanna a 2 mesi di reclusione, l’avvocato difensore ha spiegato al giudice come non vi sia stata da parte dell’imputata alcuna intenzione di utilizzare il contrassegno del padre, ormai inutilizzabile, ma che tutto si sia verificato in seguito a un errore.
Una tesi che, evidentemente, ha convinto il giudice che ha mandato assolta la donna “perché il fatto non sussiste”. (a.c.)
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