Università, palazzo Badini addio

di Stefano Polzot
Addio a Palazzo Badini e serrata contrattazione con Udine per incardinare economia o ingegneria a Pordenone. La doppia riunione di comitato di presidenza e consiglio di amministrazione del Consorzio universitario ha delineato la strategia che sarà ufficializzata in occasione della riunione che avrà luogo il 16 gennaio.
Un incontro tecnico con l’obiettivo di traguardare il guado di una crisi che colpisce anche l’università made in Pordenone: da un lato la riforma universitaria che spinge gli atenei a riorganizzare la propria presenza sul territorio, dall’altro i tagli dei contributi. Questi ultimi si fanno sentire in via Prasecco: la Camera di commercio ha ridotto il gettone annuale di 55 mila euro, la Fiera è uscita (20 mila euro in meno) e anche la Provincia ha rivisto al ribasso, seppur in maniera inferiore, la propria partecipazione.
Così è necessario fare economie e, su sollecitazione soprattutto di Provincia e Unione industriali, è stato deciso di abbandonare Palazzo Badini. «La gestione della struttura - conferma il presidente del Consorzio universitario, Antonio Sartori di Borgoricco - costa 152 mila euro l’anno per 2 mila 900 metri quadri. In via Prasecco abbiamo aule disponibili: in una logica di contrazione delle risorse, dobbiamo recedere dal contratto di comodato».
L’altra scelta di fondo riguarda i corsi universitari. «La strategia uscita dalle due riunioni - sottolinea Sartori - è sotto il segno del rilancio. Chiederemo un incontro con il rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno, nel quale proporremo che, come avviene per Scienze e tecnologie multimediali, che ha un proprio dipartimento a Pordenone, lo stesso avvenga per i corsi di Economia e/o Ingegneria».
Tenere aperta l’ipotesi di puntare sulla prima disciplina o l’altra è indicativo: difficilmente Udine soddisferà entrambe le richieste. Più facile che si contratti il rafforzamento con la laurea completa di una piuttosto che l’altra. In questo caso l’anello debole della catena è ovviamente ingegneria, presente in maniera articolata a Udine e Trieste, che ha avuto maggiori difficoltà a decollare, tant’è che il numero dei laureati è limitato. «E’ necessario che il sistema Pordenone - afferma Sartori di Borgoricco - faccia lobbyng in maniera tale che l’università di Udine, che è nostro fornitore privilegiato, incardini la sua presenza in maniera significativa a Pordenone». Un modo attraverso il quale cercare anche di rilanciare la presenza di studenti - attualmente sono circa mille 500 - per cercare di varcare la soglia delle 2 mila unità.
Rinviata al 16 gennaio la vicenda dell’indennità da 40 mila euro per Sartori di Borgoricco per la presidenza della società Consortium servizi.
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