Un'escursionista: «Ho visto Duse». Ricerche alla casera Meluzzo

CIMOLAIS. Si sono concentrate nella zona di casera Meluzzo, a pochi passi dal rifugio Pordenone, in Val Cimoliana, le ricerche di Adriano Duse, il quarantaduenne educatore di Maerne, frazione di Martellago, in provincia di Venezia, disperso da domenica.
Ricerche ancora senza esito. I soccorritori si sono concentrati in questa zona precisa seguendo le indicazioni di una escursionista che ha raccontato di aver visto Duse in tale area.
L’escursionista. Dopo avere appreso la notizia dai media, la donna ha deciso di farsi avanti e fornire indicazioni preziose per le ricerche, che sono state quindi concentrate in una zona più circoscritta.
L’escursionista ha spiegato ai soccorritori com’era abbigliato Duse e ha reso noti altri particolari che sono stati giudicati compatibili con le informazioni raccolte in precedenza.
Ieri, ha operato una task-force formata da una sessantina di persone: in campo tecnici del Soccorso alpino di tutta la regione, protezione civile, forestali, vigili del fuoco e guardia caccia. Nel pomeriggio, ha garantito supporto anche il velivolo della protezione civile.
La squadra ha lavorato alacremente per tutta la giornata: ieri, fortunatamente, anche il meteo è stato clemente. Le precipitazioni sono state scarse e i soccorritori hanno quindi potuto muoversi in maniera più agevole, a differenza della giornata precedente, quando hanno operato sotto la pioggia battente.
Le ricerche sono state interrotte in serata e riprenderanno nelle prime ore del mattino di oggi.
La task force. Per rintracciare l'educatore disperso si stanno usando tutti i mezzi possibili: dalle unità cinofile all’elicottero, sino alle perlustrazioni palmo a palmo. Nonostante le informazioni fornite dalla testimone, la situazione resta complicata, anche perché dal rifugio Pordenone, dove Duse ha lasciato la sua Volkswagen Polo, partono molti sentieri: l'uomo potrebbe essere andato ovunque.
Non si sa neppure quanta strada potrebbe avere percorso. Le ricerche, come hanno fatto sapere i tecnici del Soccorso alpino di Maniago, proseguiranno sino a domani: dopodiché si valuterà il da farsi. Intanto, i familiari continuano a vivere attimi di forte apprensione.
La sorella Cristina, che si è reca sul posto, ha ricordato che il fratello è sì un appassionato di montagna, ma non ha mai effettuato escursioni estreme, né raggiunto punti pericolosi. Ogni giorno si auspica che si registri una svolta, ma sinora le ricerche non sono andate a buon fine.
Oggi altre lunghe ore di duro lavoro attendono gli instancabili volontari, che stanno scandagliando ogni angolo della valle. Da capire se anche le ricerche odierne si concluderanno con un nulla di fatto.
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