Una lettera d’amore sulla tomba del padre: «Vorrei averti qui, chissà come saremmo»

Si cresce ma il dolore non passa. Resta lì e ti accompagna per sempre. Quando vedi quel posto vuoto a tavola, quando lo vorresti accanto perché ti farebbe sentire al sicuro, quando ti piacerebbe chiedergli un consiglio. Ma lui non c’è. E allora ti chiedi: «Chissà come saremmo diventati, chissà se sarebbe contento di quello che sono diventata. Chissà se sarebbe contento di quello che ho raggiunto».
Deborah aveva 13 anni quando suo padre morì. Ora ne ha 28 e per la festa del papà ha deciso di scrivergli una lettera. Quel piccolo foglio bianco a righe l’ha appoggiato sulla tomba. Ed è lì che l’ha trovato nonna Fiorita. Era sola quel giorno al camposanto, l’ha notato tra i fiori e si è chinata a raccoglierlo. Era di Debby, sua nipote. «Ho pianto tanto quando l’ho letto – racconta –, ho pianto perché pensavo a lei, pensavo a quanto ancora dopo 15 anni soffre per la perdita del padre, mio figlio, pensavo alle sue parole, a quanto ancora sia profondo il suo dolore e io vorrei proteggerla, vorrei fare di tutto per non farla soffrire ma non è possibile, lo so».
Ha raccolto quel foglietto e l’ha stretto al cuore. «Ora lo porterò sempre con me – dice – perché l’amore che provo per i miei nipoti è così grande che non si può nemmeno descrivere. Volevo che il messaggio d’amore di mia nipote diventasse un messaggio per tutti, perché per quanto il dolore sia immenso e non se ne andrà mai via, per quanto sia dura e difficile, bisogna avere la forza di andare avanti, di crescere, di affrontare la vita, proprio come è riuscita a fare lei, consapevoli che la persona che abbiamo perso rimarrà per sempre con noi e ci veglierà da lassù».
Già, perché nemmeno il tempo, come scrive Deborah, che di solito «aiuta a superare la mancanza, aiuta a superare il vuoto che una persona lascia» riesce a curare questa ferita. «Il vuoto che ho dentro per te invece più cresco e più aumenta».
Deborah lo vorrebbe avere accanto il suo papà. «Vorrei fossi presente di fronte ai cambiamenti della mia vita – gli scrive –. Penso spesso, chissà come sarebbe diventato? Chissà come saremmo diventati? Domande che purtroppo non avranno risposte. Quello di cui sono certa è che tu da lassù vegli ogni giorno su di me e lo farai per sempre. Buona festa del papà».
Fiorita ci mostra il foglietto e poi lo ripiega con cura e lo ripone. Le lacrime rigano il suo volto ripensando al figlio che ha dovuto salutare per sempre. «Mi manca, ogni giorno di più. Poi penso ai miei nipoti e so che devo andare avanti per loro e lo farò. Vorrei che questo messaggio riuscisse a dare forza a chi sta soffrendo, a chi ha perso un proprio caro e non riesce a superare il dolore. Non è facile ma bisogna farcela».
Non basterà una vita per dimenticare il suo papà. Deborah lo sa, ora che è cresciuta, che è una giovane donna pronta a costruire il suo futuro. In realtà l’ha sempre saputo. E sa anche che a difenderla c’è la sua nonna. Al suo fianco, «finché avrò forza» dice Fiorita. Sa che l’amore supera ogni barriera e ogni distanza. E che ogni volta che guarderà il cielo, si sentirà meno sola.
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