Una “cupola” da 700 tonnellate per la maxi rotonda sotterranea, ecco il capolavoro firmato Cimolai - Video

PORDENONE. Settecento tonnellate di peso per 52 metri di diametro. È l’identikit della maxi cupola in acciaio che andrà a coprire la prima rotonda sotterranea d’Italia, in via di realizzazione nell’area del Lingotto a Torino. Un’opera futuristica che porta la firma della pordenonese Cimolai, chiamata dalla multinazionale Strabag a sbrogliare la matassa di un progetto dall’elevata complessità ingegneristica da consegnare in tempi brevi.
Un compito tagliato su misura per l’azienda di Porcia che non ha tradito le aspettative: «L’abbiamo realizzata in 4 mesi di lavoro, due in officina e due in cantiere, impiegando una sessantina di persone tra Torino e Polcenigo» fa sapere il Marco Sciarra, direttore tecnico Italia di Cimolai.
L’azienda friulana ha realizzato tutte le travi in acciaio che sorreggono “il cappello” della rotonda, come lo chiamano le maestranze, un centinaio in tutto, zincate e poi trattate con vernice antifuoco «così da garantirgli una resistenza di 120 minuti» spiega ancora Sciarra. Un cantiere spettacolare quello del Lingotto, anche dal punto di vista logistico.
Viste le 700 tonnellate di peso e i 52 metri di diametro, il “coperchio” è stato montato in loco, a fianco della rotonda e lunedì sarà letteralmente spinto in posizione. «Così facendo abbiamo potuto far convivere lavorazioni in interrato e quelle superficiali, rispettando il cronoprogramma che imponeva come detto tempi stretti» aggiunge Sciarra. Mesi di lavoro nel pieno dell’epidemia di Covid-19.
«Abbiamo iniziato intorno al 20 maggio e siamo riusciti, con tutte le precauzioni del caso, a rispettare la tabella di marcia contrattualizzata ante epidemia». Ennesimo miracolo firmato Cimolai che a Torino non è nuova: ha realizzato i pilastri portanti del grattacielo di Intesa Sanpaolo, lo stadio del ghiaccio, il braciere alto 57 metri della fiaccola olimpica.
L’elenco potrebbe continuare ma ci si può fermare qui. Cimolai del resto non necessita di presentazioni. Solo due numeri a ricordarne la portata: nel 2019 ha fatturato 500 milioni di euro realizzati al 70% oltre i confini nazionale, 2.500 sono i dipendenti a libro paga. Tornando al Lingotto, i lavori di realizzazione del nuovo snodo sono iniziati nel 2017, concentrati nei soli mesi estivi, per contenere il massimo i disagi causati alla circolazione. Dopo tre anni l’opera è quasi realtà. Non la rotonda, ma le rotonde.
Ce ne saranno infatti due: una sotterranea, pronta entro settembre, una seconda in superficie, che sarà terminata invece per la fine dell’anno prossimo. Un nuovo passo verso la Torino del futuro. L’opera infrastrutturale servirà infatti da snodo per permettere al tunnel che collega corso Giambone a corso Unità d’Italia di avere un nuovo sbocco sotterraneo verso il Palazzo della Regione e il futuro Parco della salute, ennesimi cantieri in una città che si sta dimostrando tra le più dinamiche del Paese.
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