Un tatuaggio per la ricostruzione del seno
Un tatuaggio come alternativa alla procedura chirurgica per la ricostruzione del complesso areola-capezzolo dopo l’intervento per una neoplasia mammaria. Pratica ancora poco conosciuta in Italia, ma che potrebbe fornire un’alternativa valida alla sala operatoria per donne con caratteristiche cliniche selezionate.
Oggi pomeriggio, alle 17, negli spazi della filiale della Banca di Manzano di via Gorghi, il comitato di Udine dell’Associazione nazionale donne operate al seno (Andos) presenta il progetto, dedicandolo a una socia prematuramente scomparsa, Daniela Gagliardi. È l’Andos di Udine, infatti, ad avere promosso un accordo con l’Azienda ospedaliero universitaria di Udine con l’impegno di favorire, laddove possibile, questa soluzione. «La ricostruzione mammaria dopo una mastectomia è un momento importante nel recupero psicosociale di una donna che ha dovuto lottare contro il tumore al seno – sottolinea la presidente del sodalizio, Mariangela Fantin –: la ricostruzione del capezzolo e dell’areola rappresenta il completamento dell’iter ricostruttivo ed è fondamentale per ridare al seno il suo aspetto normale». L’alternativa alla sala operatoria, in casi selezionati, può essere il tatuaggio intradermico che è eseguito ambulatorialmente. (m.z.)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto








