Un ponte per ricordare i caduti alpini in Russia

Inaugurato ieri, sarà portato a Nikolajewka per i 75 anni della battaglia A San Quirino tutto lo stato maggiore Ana: va mantenuta la memoria
Un vento gelido, ma non tanto quanto soffiava a Nikolajewka 74 anni prima, ha accompagnato l’inaugurazione del ponte degli alpini dedicato ai reduci di Russia. Un ponte che «rappresenta le centomila gavette di ghiaccio», un ponte per non dimenticare. È il “Ponte degli alpini per l’amicizia” che unirà le sponde del fiume Valuj a Livenka, comunemente conosciuta come Nikolajewka, laddove gli alpini si dovettero ritirare, durante il secondo conflitto mondiale. Sotto quel ponte, uno striscione: «Non sono tornati, ma sono qui con noi». Accanto, su un cuscino rosso, il cappello del reduce Giovanni Cimolai, «andato avanti» due anni fa. E proprio in sua memoria l’omonima azienda fondata dal fratello Armando, ha voluto costruire un’opera che fosse ricordo, ma anche segno di amicizia. La sede nazionale dell’Ana – intervenuta ieri mattina al completo, a San Quirino, alla cerimonia col presidente Sebastiano Favero, il vicario Giorgio Sonzogni, i vice Massimo Curasì ed Alfonsino Ercole, il tesoriere Claudio Gario e i consiglieri nazionali Romano Bottosso, Luciano Zanelli e Renato Romano –, dopo la costruzione dell’Asilo Sorriso a Rossosh (che nel 2018 compirà 25 anni), sede del comando di Corpo d’armata alpino, ha voluto dare una ulteriore dimostrazione di presenza viva in quella terra, teatro della sconvolgente battaglia a 40 gradi sottozero e di immani perdite di penne nere, edificando il ponte, commissionato alle industrie Cimolai. Manufatto che sarà illuminato con impianto a led donato da un altro alpino pordenonese, Giovanni Perin, titolare della Grimel di Fontanafredda.


Alzabandiera e inno nazionale eseguito dalla fanfara Madonna delle Nevi diretta da Marco Lagni, benedizione impartita dal vescovo Giuseppe Pellegrini assistito da don Aniceto Cesarin («preghiamo per coloro che hanno dato la loro vita per la libertà, la giustizia e la pace»), quindi l’esecuzione del “Signore delle cime” e la recita della preghiera dell’alpino. Picchetto d’onore dei gagliardetti dei 72 gruppi Ana e i vessilli delle sezioni di Pordenone, Udine, Palmanova, Carnica, Gemona, Gorizia, Conegliano, Vittorio Veneto e Brescia.


«Guardo le montagne e i nostri alpini – ha esordito l’ingegner Armando Cimolai – e non ci sono parole per descrivere ciò che hanno compiuto. Sono orgoglioso – ha proseguito commosso, accompagnato dalla consorte signora Albina – di vedere in questo stabilimento, e negli altri aperti in 70 anni di fatiche, anche in Russia, tutti questi alpini».


Il presidente della sezione Ana Ilario Merlin ha sottolineato il «significato morale dell’opera. Siamo credenti, questo ponte ci unisce alle anime dei reduci che si è dovuto lasciare in Russia. Ma dovremo fare qualcosa di importante, impegnarci a riportarli in patria o, laddove non possibile, cospargere quella terra di nostra terra, affinché riposino in pace». Hanno annuito, i due reduci presenti, Ottavio Pes ed Egidio Poles. «Ricordare per non dimenticare – ha esortato Sebastiano Favero –. Grazie ad Armando Cimolai perché ha voluto realizzare con noi questo ponte: col cuore salutiamo tutti i reduci». Un ponte che andrà «sul fiume che ha visto il passaggio, dopo lo sfondamento sul terrapieno della ferrovia, di quelli che riuscirono a tornare a baita».


A settembre gli alpini ci torneranno, a Nikolajewka, a ricordare il 75° della battaglia e i 25 anni dell’Asilo Sorriso, «monumento vivente che fa tuttora sorridere i bambini russi e ricorda i nostri caduti che là sono rimasti».


Nel 2013, in occasione delle cerimonie che si tennero a Brescia per il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka, il sindaco di Livenka aveva chiesto aiuto all’Ana per sistemare il manufatto. Era nata così l’idea del “Ponte degli alpini per l’amicizia”, approvata dal consiglio direttivo nazionale che aveva avviato la raccolta dei fondi.


L’opera, ideata su progetto tecnico di Zeta Ingegneria del consigliere nazionale Luciano Zanelli e su calcoli strutturali della Inte.co srl, è stata realizzata in acciaio. La sua lunghezza è di 12 metri su unica campata, mentre la larghezza e l’altezza sono rispettivamente di 6 e 4 metri. Sui parapetti sono raffigurati degli alpini in marcia, a ricordare la tragica ritirata, nonché il logo dell’Ana e lo stemma della città di Livenka. L’edificazione è stata curata dalla Cimolai spa, il cui proprietario ha voluto ricordare il fratello Giovanni, classe 1919, alpino nella dodicesima compagnia del Tolmezzo, reduce dai fronti russo e greco-albanese.


Nei prossimo giorni da San Quirino il ponte, smontato, sarà trasportato in Russia con un camion e poi assemblato e montato dai soci volontari dell’Ana. L’inaugurazione è prevista per il 14 settembre 2018.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto