Un mix perfetto fatto di sponsor, professionalità ed entusiasmo

TAVAGNACCO Il comunale di via Tolmezzo non è il Camp Nou ma la “Graphistudio” a modo suo ci prova lo stesso. Da Cenerentola del calcio femminile a team top player europeo. E il sogno rosa del...

TAVAGNACCO

Il comunale di via Tolmezzo non è il Camp Nou ma la “Graphistudio” a modo suo ci prova lo stesso. Da Cenerentola del calcio femminile a team top player europeo. E il sogno rosa del Tavagnacco continua ancora. Ecco la storia di un sogno.

Era il 1996 quando, dopo un vertice in Comune tra società sportive, alcuni genitori chiesero agli amministratori un maggiore impegno nel sostenere e sviluppare la diffusione di pratiche sportive tra le ragazze. Un’esigenza quest’ultima da subito compresa dal presidente dell’Upc Tavagnacco, Vincenzo Picheo, il quale, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi di Udine, decise di dar vita al “Progetto di calcio femminile". Nel medesimo anno, grazie al consistente contributo di un gruppo di imprenditori locali capitanati da Dino Almacolle e da Franco Marini, l’Unione polisportiva comunale iscrisse la squadra al campionato di serie C. Ed è così che nell’arco di un paio d’anni la sezione femminile divenne il fiore all’occhiello dell’intera struttura societaria. Dopo i primi anni di gavetta la squadra, nella stagione 98/99, approdò in serie B, fino al 2000, anno nel quale debuttò nella massima serie come “Letti Cosatto”. La svolta definitiva avvenne nella stagione 2004/05, con l'approdo in società di Glauco Di Benedetto, in qualità di direttore sportivo e dell’imprenditore, Roberto Moroso, i quali decisero di dar vita ad un progetto lungimirante con dei grossi investimenti, per integrare la rosa e lo staff tecnico. Ed è proprio in quegli anni che sbocciarono le prime promesse del campionato come Ilaria Mauro, Michela Martinelli e Laura Mariano. Alcune delle ragazze incominciarono a ricevere pure le prime convocazioni in Nazionale come la fuoriclasse Sara De Filippo e giocarsi alla pari alcune partite in casa con alcune blasonate colleghe del campionato come: Torres, Bardolino, Torino e Reggiana. Ben presto non tardarono ad arrivare i primi grossi risultati come il quarto posto nella stagione 2007/08, il terzo posto del 2009, per arrivare al debutto europeo con la “Women’s Cup” e nel 2010 la finale di coppa Italia e la Supercoppa, persa per un soffio contro la ben più blasonata Torres. Riconosciuta dalla Figc come centro pilota, la sezione femminile catalizza l'interesse di tutte quelle bambine e ragazze che vogliono avvicinarsi alla disciplina calcistica nel modo più adeguato e gratificante. Il segreto del successo ? Nell’U.p.c. i giovani trovano un ambiente idoneo e sano, con allenatori di base, preparatori atletici ed insegnanti Isef che li avviano all’apprendimento delle tecniche calcistiche con la necessaria gradualità. La filosofia societaria è rimasta inalterata negli anni: perseguire la crescita dell'individuo sia a livello fisico, sia a livello psicologico, con la prospettiva concreta di proseguire l’attività nelle categorie superiori e poter competere ai massimi livelli.

Stefano Flecher

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