Un marocchino alla moglie: ti ho sposata solo per venire in Italia

Insulti e botte alla consorte friulana: un giovane di 29 anni residente in Alto Friuli finisce davanti al giudice

UDINE. «Sei brutta e vecchia e ti ho sposata solo per poter stare in Italia». È quanto avrebbe detto un cittadino di nazionalità marocchina di 29 anni alla sua compagna friulana, di otto anni più grande di lui e con la quale, dopo il matrimonio celebrato nel 2013 in Marocco, si era trasferito poi a vivere in un comune dell'Alto Friuli, durante la furibonda lite scoppiata nella loro casa, nella notte di mercoledì. Degenerata in violenze anche fisiche, la discussione ha portato all’arresto dell'uomo da parte dei carabinieri, che, intervenendo la mattina successiva, dopo una telefonata effettuata in caserma dalla donna, avevano trovato l’abitazione sottosopra e macchie di sangue sparse un po’ dappertutto.

Il giovane, che è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni, è comparso stamani davanti al gip del tribunale di Udine per l’udienza di convalida. Assistito dall'avvocato Sonia Pasca, si è difeso, attribuendo alla compagna la responsabilità della lite: rincasata verso mezzanotte ubriaca, sarebbe stata lei a iniziare ad aggredirlo. Provocazioni alle quali lui avrebbe reagito dandole soltanto una sberla. La prognosi, per la donna, parla di frattura del setto nasale e tumefazioni al volto, giudicate guaribili in 21 giorni.

Il pm Viviana Del Tedesco ha chiesto che nei confronti dell’indagato sia applicata la misura della custodia cautelare in carcere. Il giudice Roberto Venditti si è riservato fino a domani per la decisione.

I due si erano conosciuti l'anno scorso, in Marocco, dove la friulana si era recata per partecipare al matrimonio della sorella del giovane, sua amica e che a sua volta abita nella val Canale. Il matrimonio era arrivato di lì a pochi mesi.

Stando alla ricostruzione della Procura, il rapporto tra le parti era retto soltanto dagli interessi personali del marocchino, agevolati peraltro da una condizione di incapacità psicologica da parte della donna a reagire agli atti di prevaricazione fisica e psicologica, cui sarebbe stata sottoposta fin dal loro trasferimento in Italia.

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