Un manager romano per Fvg Strade, Fi: troppi dirigenti-visitors

Il Cda della società regionale ha scelto Roberto Zianna, ex di Autostrade per l’Italia. Riccardi scrive ai rettori: per Serracchiani la nostra classe dirigente è inadeguata

UDINE. È romano, ha 62 anni, è un ex dirigente della società Autostrade per l’Italia. Roberto Zianna è il nuovo direttore generale di Fvg Strade, in servizio dal 1º gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, con uno stipendio annuo lordo di 135 mila euro.

Zianna è stato scelto direttamente dal Cda di Fvg Strade, guidato da Giorgio Damiani, che ha selezionato 25 candidati. Tutto ok? Nemmeno per sogno, perché Zianni è romano e la nomina solleva l’ennesima polemica, quella dell’incapacità, presunta o reale, in Friuli Venezia Giulia di formare una classe dirigente capace di arrivare ai ruoli che contano.

Troppi “visitors”, insomma. Ipotesi che ha portato Riccardo Riccardi, capogruppo di Fi in Consiglio, a scrive una lettera agli attuali ed ex rettori delle università regionali. Una provocazione, ma neanche tanto.

«Volevamo chiudere la selezione entro l’anno e ci siamo riusciti – commenta Damiani –, già per questo siamo soddisfatti. Zianna è un manager di grande esperienza, che potrà dare un contributo importante per le sfide che ci attendono, dalla gestione delle strade provinciali – di cui stiamo discutendo – fino alla mission propria della società, cioè la sicurezza, la manutenzione ordinaria e straordinaria e la realizzazione delle strade».

Riccardi però non ci sta. Non discute la nomina di Zianna, ma il metodo dell’amministrazione di Debora Serracchiani che ha portato molti manager da fuori regione.

«Ho scritto ai vertici delle due università regionali, perché – sostiene il capogruppo di Fi – penso sia giusto porci alcune domande. In quanto, come ho scritto, in base alle scelte della giunta Serracchiani pare che in questa regione non esista una classe dirigente degna di questo nome. Zianna è soltanto l’ultimo di una lunga serie. Merito e competenza non hanno confini, ma il quadro che complessivamente ne esce – spiega Riccardi – è davvero singolare: nei gangli dell’amministrazione indiretta del potere regionale, dalla sanità ai trasporti fino a finanza e ambiente, le figure apicali sono esterne al Fvg».

Riccardi fa alcuni esempi, dal presidente di Autovie Maurizio Castagna (ligure) al direttore centrale della sanità Adriano Marcolongo (veneto), dal dg di Aeroporto Fvg Marco Consalvo (napoletano) al dg di Friulia Carlo Moser (trentino), fino al direttore generale della Regione, Roberto Finardi (veneto).

«Nomine – incalza Riccardi – che oltre a far sorgere interrogativi sull’efficacia formativa dei nostri atenei, insinua un dubbio, perché il manager che viene da fuori fatica ad acquisire potere nel breve periodo e quella debolezza rischia di renderlo meno autonomo dalla politica che comanda. Oppure – conclude ironico Riccardi – finalmente in Fvg c’è un Piano per l’accoglienza che funziona: quello per i manager migranti, un flusso inarrestabile di dirigenti che viene gestito bene, offrendo i migliori standard di ospitalità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:regione fvg

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto