Un giorno in redazione per scoprire i segreti del Messaggero Veneto

Come si fa un giornale? Quali le linee guida delle scelte? il direttore Omar Monestier a colloquio con i lettori

PORDENONE. E poi dicono che i giornali non hanno futuro... A giudicare dai lettori e dalla qualità delle domande, c’è da dubitarne, eccome. Mattinata intensa, quella di ieri, alla redazione di Pordenone del Messaggero Veneto, in via Molinari 41, grazie al “Caffè col direttore”, iniziativa studiata nell’ambito degli eventi di “Noi Messaggero Veneto” per dar modo a chi usufruisce ogni giorno del nostro notiziario, su carta e on line, di conoscere le persone che contribuiscono a diffonderlo e le strategie alla base del loro lavoro. Il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier ha illustrato a quanti si erano prenotati gratuitamente sul nostro sito la realtà quotidiana di chi vive nel mondo delle notizie.

Alle 11 lo stesso direttore, assieme al team dei redattori pordenonesi, ha fatto gli onori di casa. Poi la tazzina offerta da “Oro Caffè” e la relazione in sala riunioni, che ha preceduto la foto di gruppo di rito, davanti a quella che si è rivelata essere una sorpresa gradita da tutti: i biscotti prodotti dalla cioccolateria di Giuseppe Faggiotto, Peratoner. Biscotti fatti a mano con il logo “NoiMV” impresso sopra.

Il direttore Monestier ha ripercorso la storia del Messaggero Veneto, i meccanismi alla base della composizione del quotidiano, le differenze stilistiche e di contenuto tra la versione cartacea e quella digitale.

E dato che l’imbarazzo è andato via alla prima tazzina di caffè, i lettori hanno cominciato con le domande. In primis il rapporto con i social network. «Il mondo dell’informazione è cambiato con il tempo – ha spiegato il direttore –. E se prima si leggeva un pezzo direttamente sulla home del sito, adesso con Facebook è l’effetto a catena delle condivisioni a guidare il processo di accesso alla notizia».

Dal caso Cambridge Analytica all’utilizzo dei nostri dati («Se vi dicono che qualcosa è gratis, il prezzo siete voi»), i temi trattati sono stati numerosi. Uno particolarmente caldo è stato quello dei commenti, sopratutto quelli sprezzanti, volgari, troppo spesso cattivi o diffamatori. Sospendere la possibilità di dire la propria opinione è una soluzione? Non proprio. «Il lettore è un cittadino che ha diritti, primo tra tutti quello di dire la propria opinione – ha continuato Monestier –. Quando sbagliano o utilizzano termini troppo forti, interveniamo noi con la moderazione, spiegando loro che un ragionamento ben costruito vale molto più di un’esternazione immediata».

Poco dopo le 12, i lettori si sono raggruppati di fronte al monitor del vicecaporedattore Antonio Bacci, responsabile della redazione di Pordenone, per il momento della riunione, la prima della giornata. Al di là dello schermo, attorno a un lungo tavolo, erano seduti i colleghi di Udine.

Partendo proprio da Pordenone, i capi di ogni settore hanno raccontato gli eventi più importanti sino a quel momento, formulando le loro proposte su cosa inserire in pagina e sugli approfondimenti da mettere in cantiere. Poi il commiato, con la consapevolezza di aver acquisito nuovi elementi per poter giudicare il lavoro dei giornalisti e le notizie che gli stessi, quotidianamente, forniscono.

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