Un anno fa il delitto Burgato: ora Lignano vuol cancellare il ricordo del massacro

Il 19 agosto scorso l’omicidio di Paolo e Rosetta che sconvolse il Friuli. Il sindaco: li portiamo nel cuore. Giustizia sarà fatta, ora guardiamo avanti
Lignano 30 Agosto 2012. Funerali Burgato. Telefoto Copyright Foto Petrussi
Lignano 30 Agosto 2012. Funerali Burgato. Telefoto Copyright Foto Petrussi

LIGNANO. L’incubo che si materializza. L’inferno che spalanca le sue fauci inghiottendosi ogni certezza. Lo sfregio che trafigge, trapassandolo, l’impermeabile su cui scivolano le nostre paure. Ma anche la fine di una presunta verginità dalla contaminazione del male...

Lignano, quel 19 agosto di un anno fa, si risveglia sbigottita, allucinata, incredula. Per la prima volta si guarda allo specchio e l’immagine che rimbalza oscura beffardamente la rassicurante icona fatta di giornata da godersi al riparo da crucci e quotidiane ubbie. La mattanza compiuta sui corpi dei coniugi Rosetta Sostero, 65 anni, e Paolo Burgato, 67, è molto di più di un film dell’orrore e va ben oltre un’esplosione di follia. Sì, è peggio del peggio.

Forse per questo, forse per un istinto di autotutela, forse per non volere ammettere che i mostri sono tra noi, si vuole che i sanguinari siano venuti da lontano. Possibilmente dall’Est, occhi di ghiaccio e ferocia spietata. Si spera che tanta crudeltà non possa essere stata partorita dal ventre di una città balneare che ha nel dna la voglia di confezionare serenità e regalare temporanee spensieratezze. Invece...

Invece, gli immondi aguzzini sono due fratelli, volti noti, impiantatisi a Lignano anni fa. Ragazzi come tanti. Hanno torturato e assassinato due loro dirimpettai. Hanno “ucciso” la madre e il patrigno. Si sono condannati per sempre. Erano sempre lì, in via Udine. Lui pacioso e un po’ bulletto; lei con la smania del denaro. Come tanti, purtroppo. «È inutile dire – afferma Stefano Trabalza, legale della famiglia Burgato – che la tragedia ci ha un po’ tutti cambiati facendoci capire che la nostra violenza, quella vera, feroce e orrenda non segue alcuna logica, né confini, né territorialità e può essere dietro l’angolo e svelarsi nei momenti e nei luoghi più improbabili».

Lisandra Aquila Rico, 22 anni, e Reiver Laborde Rico, 24, non si sono mai pentiti. Trabalza dice di essere rimasto esterefatto dalla disinvoltura e dal distacco con cui hanno affrontato le ore e i giorni successivi, dormendo tranquillamente anche la notte stessa. Mai un messaggio un gesto di resipiscenza autentico. «Non servirebbe certo a riportarci i compianti coniugi né a guadagnare il perdono del figlio Michele e della loro madre che li ha rinnegati, ma sarebbe un segnale comunque importate per tutti». Nulla. «Il fatto che i fratelli - chiosa – non sentano questa necessità trascorso un anno dall’accaduto rende ancora più disumana l’intera vicenda».

Ma tant’è!, si deve cancellare. Rimuovere no, ma perlomeno guardare avanti. Perdonare forse nemmeno, ma riabbracciare il futuro. Lignano reagì a quello scempio con incredibile dignità. La famiglia Sostero – complice una superficialità che fu di tutti, inquirenti e media in primis – si ritrovò nell’occhio del ciclone di dicerie e inquietanti supposizioni. Inghiottirono in silenzio e con dignità, i Sostero e i Burgato, senza mai poter urlare la loro verità, tramortiti com’erano dalla doppia crudeltà. Chapeau e scuse!

Ne uscì bene l’amministrazione comunale, il cui sindaco non volle partecipare a trasmissioni tv e tutta la città, zeppa di turisti, che mantenne un grande contegno nel pieno della stagione e con decine di manifestazioni a settimana. «A un anno di distanza – afferma oggi il sindaco Luca Fanotto – la nostra comunità porta nel cuore il ricordo di Paolo e Rosetta ed è vicina al dolore del loro figlio e dei famigliari, un dolore peraltro che si rinnova tra noi cittadini ogni volta che i media riportano novità sul processo. Ma c’è anche un bisogno forte di andare avanti e di trovare pace e, se possibile, una ragione all’irragionevolezza e alla follia di quel gesto. Il lavoro e l’alta stagione richiedono impegno e concentrazione, e probabilmente sono un aiuto per superare questo triste anniversario».

C’è bisogno di voltare pagina, adesso. La giustizia farà il suo corso. Il tempo levigherà i dolori delle tante vittime dell’inferno di questo girone dantesco. Lignano deve e può ritrovare quella serenità, quell’operosità e quella voglia di fare riassunti nell’entusiasmo dei coniugi Burgato che assieme a tanti altri commercianti ed esercenti hanno fatto la storia locale. Cancellare con la mente il massacro della villetta di via Annia potrebbe diventare il migliore omaggio alle vittime di una ferocia che mai avremmo voluto conoscere, sviscerare, analizzare, interpretarte.

E descrivere. Forse l’entusiamso e l’operosità dei coniugi Burgato sono il paradigma della migliore medicina per fare in modo che ogni volta il ricordo di quella notte trucida diventi sempre meno doloroso.

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