Umidità nel museo appena inaugurato LE FOTO dell'apertura

UDINE. A cinque mesi dall’apertura, Casa Cavazzini è costretta a fare i conti con l’umidità. Le tracce di umido sono ben visibili sotto le volte della sala al piano terra dove, da pochi giorni, trovano spazio le opere esposte nella mostra Pittura italiana 1950-1970 dalle collezioni museali. Tracce di umidità che agli occhi dei visitatori non passano inosservate proprio perché si estendono su quasi tutta la parete.
«Ci sono alcuni affioramenti di umidità, si sta valutando quali provvedimenti prendere» conferma, con tono dispiaciuto, il direttore dei Civici musei, Marco Biscione, mentre l’assessore ai lavori pubblici, Gianna Malisani, minimizza e assicura che si tratta di «umidità di risalita. Un fenomeno - continua - piuttosto normale in un edificio antico e restaurato. Di tanto in tanto bisognerà grattare la pittura, far respirare il muro e poi ridipingere la parete».
Ed è quanto faranno, non appena le condizioni atmosferiche lo consentiranno, gli operai incaricati dal Comune creando sicuramente qualche disagio non solo al personale del museo, ma anche ai visitatori. Quello che più preoccupa il personale di Casa Cavazzini è che, molto probabilmente, si tratterà di un intervento tampone perché, anche secondo l’assessore, è molto probabile che l’umidità, in futuro, torni a riaffiorare. Per eliminarla completamente bisognerebbe demolire il muro, ma questo - così sostiene l’assessore - non è possibile perché si tratta di un muro antico, confinante con una proprietà privata. «Dopo aver ritinteggiato, se le tracce di umidità insisteranno proveremo a fare qualche intervento più puntuale per far respirare il muro» insiste Malisani prima di ribadire: «Tutti i muri in pietrame con fondazioni nel terreno sono interessati dall’umidità di risalita».
Resta il fatto che in un museo nuovo vedere i quadri esposti sulla parete interessata dall’umidità non offre uno spettacolo accettabile. E così, a palazzo D’Aronco, la questione resta sotto osservazione proprio perché si tratta di un restauro appena ultimato e progettato in prima battuta dall’architetto Gae Aulenti. Casa Cavazzini, infatti, è stata inaugurata lo scorso 5 ottobre dopo otto anni di lavori. L’edificio situato tra le vie Savorgnana e Cavour, donato al Comune dal commerciante di stoffe, Dante Cavazzini, è stato sottoposto, nel 2004, a un lungo intervento di restauro.
L’investimento iniziale era stato stimato in oltre 5 milioni di euro, ma con il trascorrere del tempo la cifra lievitò a oltre 9 milioni anche a seguito dei ritrovamenti, e quindi del recupero, di affreschi unici nel suo genere e di reperti archeologici. Altrettanto pregiate le tempere di Afro nell’appartamento di Dante Cavazzini perfettamente conservato al primo piano.
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