Udine, l’ultima omelia di Pasqua di monsignor Mazzoccato: «Lasciatevi illuminare dalla speranza e amore»
L’arcivescovo ha celebrato la sua ultima messa di Pasqua in Cattedrale. Il 5 maggio l’arrivo del nuovo arcivescovo Lamba

È stata la sua ultima Pasqua celebrata in Cattedrale. Monsignor Andrea Bruno Mazzocato, nelle sue vesti di amministratore apostolico di Udine in attesa dell’inizio del ministero del nuovo arcivescovo Riccardo Lamba il prossimo 5 maggio, ha rivolto ai fedeli, durante l’omelia, l’invito a essere illuminati dalla speranza e dall’amore.
“San Paolo spiega ai cristiani di Corinto l’importanza della Risurrezione di Gesù che anche quest’anno celebriamo nella festa di Pasqua – ha affermato -. L’apostolo usa un’immagine molto semplice ma anche efficace: quella del lievito che viene mescolato con la pasta per farla fermentare ed avere un buon pane. Se si usa un lievito vecchio tutta la pasta viene contaminata e si produce un pane immangiabile. Un lievito nuovo, invece, trasforma la pasta che diventerà pane piacevole da mangiare”.
“La pasta rappresenta noi uomini nei quali il demonio ha introdotto un lievito cattivo. So-no le sue tentazioni che attirano “alla malizia e alla perversità” e a ogni peccato. Le tentazioni e i peccati che ne conseguono contaminano ogni dimensione della nostra persona: i sensi, i pensieri, i sentimenti, la volontà. Più un uomo è contaminato e rovinato dal lievito del peccato e minore è la voglia di avere rapporti con lui perché assomiglia a un pane rancido che non ci si sente di assaggiare”.
“Gesù è venuto a salvarci - ha detto poi - . La salvezza di ogni uomo ha bisogno è quella di essere purificato dal lievito infetto del peccato che rovina la nostra persona e coloro che ci “assaggiano”. Gesù aveva dentro di sé il lievito nuovo e buono che ha potenza di purificare l’uomo dal veleno del peccato. Questo lievito è l’amore che viene da Dio e che Gesù, Figlio di Dio Padre, ha portato in mezzo a noi anche pagando il prezzo del rifiuto, della tortura, della tremenda morte per crocifissione e della sepoltura. Il lievito buono dell’amore che riempiva il suo cuore, però, è stato più potente del male e della morte e ha trasformato anche il suo corpo dilaniato dalle torture e dopo tre giorni è risorto ad una vita nuova ed eterna”.
“Questo lievito del suo amore, più forte del male e della morte, Gesù non lo ha tenuto solo dentro di sé. Lo ha condiviso con tutti coloro che credono in lui e desiderano vivere come lui – ha riferito Mazzocato -. Ha donato loro il suo Spirito Santo che ha la potenza di por-tare nel cuore di un uomo peccatore l’amore divino di Gesù purificando i suoi sensi, desideri, comportamenti dal lievito tossico del peccato e rendendolo un uomo nuovo capace di vivere del suo amore. A chi crede in lui dona di rivivere realmente la sua morte e risurrezione; di passare da una vita vecchia e intossicata dal male ad una vita nuova ed eterna nel suo amore. Questa è la Pasqua di Gesù che continua in coloro che credono in lui e ricevono il battesimo
E quanto annunciato da San Paolo con l’immagine del lievito “non è una teoria o una bella favola”. Mazzocato ha portato infatti due esempi di persone che hanno vissuto, dopo aver conosciuto Gesù una vera risurrezione ad una vita nuova. Lunedì 1 aprile sarà infatti a a celebrare la Pasqua con i detenuti del carcere di Tolmezzo “e avrò la gioia di dare il batte-simo, la cresima e la prima comunione a un detenuto che ha scoperto la fede nel Signore Gesù e si è convertito. Sono stato molto colpito dalla lettera che mi ha scritto per chiedere il battesimo dove mi racconta brevemente la sua vicenda. Chiuso in carcere di massima sicurezza con a casa un figlioletto che lo implorava di tornare a casa aveva perso ogni speranza e senso per la propria vita. Era avvolto da una tenebra così profonda da pensare solo al suicidio e averlo tentato. L’incontro con il cappellano del carcere lo ha portato a ritrova-re la fede e la forza della speranza affidandosi a Gesù che aveva riscoperto. È cominciata per lui una vera e concreta risurrezione dalla morte e a una vita nuova illuminata dalla speranza e dall’amore”.
Il secondo esempio fatto da Mazzocato riguarda un sacerdote dell’India, “che ho molto aiutato e che mi ha inviato un filmato della processione del venerdì santo nella sua parrocchia. Lui era in testa portando sulle spalle una croce e dietro a lui e alla croce di Gesù una folla di fedeli che è sfilata per quattro ore. Questa gente, oltre che nella miseria, vive in clima di reale persecuzione per cui rischia fisicamente manifestando così pubblicamente la propria fede. Ma mi scriveva il sacerdote che la loro fede e la loro speranza in Gesù è più forte della paura. Sono veramente dei cristiani che sono risorti come sono stati tutti i mar-tiri della Chiesa. Affrontano anche la paura della persecuzione come fece Gesù con la speranza sicura che, se sono fedeli a lui, risorgeranno con lui”. “Auguro a me e a tutti voi – ha concluso - di fare l’esperienza di esser purificati dal lievito vecchio che ci intossica e ricevere dallo Spirito Santo di Gesù l’unico lievito buon, quello del suo amore”.
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