Udine, incendio nell’ex sede del Dopolavoro ferroviario - Foto

UDINE. L’allarme è scattato poco prima delle 16. Un passante ha notato del fumo uscire dal primo piano della palazzina dell’ex sede del Dopolavoro ferroviario e ha chiamato le forze dell’ordine.
Una chiamata provvidenziale perché lo stabile, che da anni versa in stato di abbandono, è diventato il rifugio di diversi senza tetto. All’interno dell’edificio gli agenti della Polfer hanno infatti trovato sacchi a pelo e altri oggetti personali segno inequivocabile del fatto che molte persone trovano ogni sera riparo dal freddo nelle stanze di via Cernaia.
E anche ieri, quando è scoppiato l’incendio, nell’ex sede del Dlf c’era qualcuno tanto che un giovane straniero è stato accompagnato in ospedale dall’ambulanza del 118 per un principio di intossicazione. Le sue condizioni comunque non destavano preoccupazione.
Ma solo il pronto intervento dei vigili del fuoco ha consentito di circoscrivere il fuoco evitando che le fiamme facessero danni maggiori.
A bruciare sono state sterpaglie e diversi rifiuti, ma non è chiaro se si sia trattato di un tentativo maldestro di scaldare l’ambiente sfuggito di mano o dell’azione di qualcuno che evidentemente non gradiva la presenza di chi si trovava all’interno del palazzo. Sul caso stanno indagando polizia e vigili del fuoco che ieri in pochi minuti hanno domato le fiamme e messo in sicurezza l’immobile che si era riempito di fumo.
Di sicuro quanto accaduto ieri rilancia l’allarme freddo per i senza tetto. Nei giorni scorsi il Comune aveva annunciato l’intenzione di bandire una gara per individuare una struttura in grado di accogliere per alcuni giorni chi dorme all’addiaccio anche perché si stiamo che soltanto tra gli ex “inquilini” delle caserme Cavarzerani e Friuli, siano almeno una cinquantina le persone che non hanno un posto dove stare, o perché sono stati esclusi dall’accoglienza o perché hanno concluso il loro percorso ottenendo un permesso di soggiorno che evidentemente non gli è bastato a trovare una sistemazione.
Un altro tema che torna d’attualità è quello dello stato di abbandono in cui versa l’immobile di via Cernaia che solo pochi anni fa era un punto di riferimento per la cultura e la socialità. Il primo ad arrendersi è stato il cinema d’essai, un pezzo di storia entrato nei cuori di generazioni di udinesi e non solo, stritolato dalla concorrenza spietata dei multisala e costretto ad alzare bandiera bianca di fronte a una “logica di mercato” che ha cancellato con un colpo di spugna anni di ricordi ed emozioni nel lungo viaggio dai primi proiettori del dopoguerra al maxischermo ad alta definizione.
L’ultimo film per la festa d’addio risale al primo gennaio 2007. Da quel giorno la sala di proprietà delle Ferrovie è rimasta desolatamente chiusa e versa oggi in stato di degrado e abbandono.
Lo stesso destino a cui è poi andato incontro tutta la struttura nata come deposito delle locomotive e trasformato in luogo d’incontro dai volontari del Dopolavoro ferroviario. In via Cernaia si organizzavano tornei di scacchi e di dama, si giocava a bocce e anche a pallacanestro. Poi, nel 2010, dopo quasi 60 anni di attività anche il Dlf ha lasciato la storica sede di via Cernaia.
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