Udine, 400 persone in presidio per la Palestina: «Disertate la partita Italia-Israele»

Secondo gli attivisti, il match rappresenterebbe una legittimazione implicita dello Stato di Israele, accusato dal Comitato di “genocidio ai danni del popolo palestinese”

Simone Narduzzi
Le proteste davanti allo stadio Friuli (Foto Petrussi)
Le proteste davanti allo stadio Friuli (Foto Petrussi)

Mentre l’Italia insorge, Udine e Pordenone incalzano. Non restano certo a guardare. Non l’hanno fatto in questi mesi in cui a perdere la vita son stati migliaia di innocenti. E non l’hanno fatto nemmeno ieri, col viaggio della Global Sumud Flotilla interrotto, in acqua internazionali, da Israele. Che ha definito l’iniziativa, attraverso il suo ministero degli Esteri, una mera «provocazione». Non volevano provocare, i manifestanti ritrovatisi fuori dallo stadio Friuli, bensì forzare una mano che spinge, sempre di più, verso la condanna a Benjamin Netanyahu.

Verso l’annullamento del match fra Italia e Israele del prossimo 14 ottobre in programma proprio sul manto erboso di piazzale Argentina. Su quella piazza, le bandiere della Palestina han garrito svettando su un cielo terso, mosse dal vento della protesta. Quattrocento le persone che si sono ritrovate lungo la discesa d’ingresso delle corriere allo stadio, lato curva Nord. Presenti giovani, anche giovanissimi, e adulti, i volti distesi, gli sguardi però decisi. A svettare, fra loro tutti, uno striscione: “Dalle piazze agli stadi, blocchiamo tutto”.

Il via lo dà un ragazzo, la sua voce rafforzata da un megafono: “Abbiamo scelto questo luogo simbolo e il motivo è chiaro. Si è fermata una missione umanitaria con un atto di pirateria compiuto in acque internazionali. La nostra città ospita una Nazionale composta da giocatori che sostengono il genocidio di Israele. Questa partita non si deve giocare!”.

Applausi generali. Poi il grido “Palestina libera”, ripetuto una, due, idealmente tante volte quanti sono i civili che fin qui hanno perso la vita lungo la striscia di Gaza. Passaggio del testimone, altre parole che, via megafono, infiammano l’audience accorsa. “Alle istituzioni chiediamo che blocchino il genocidio, che si espongano e sostengano in maniera inequivocabile sostegno al popolo palestinese. Boicottiamo la partita. Considerare la partita un trampolino per il turismo vuol dire assecondare il genocidio”.

Il comitato

Il Comitato per la Palestina – Udine ha diffuso un appello in cui chiede con fermezza l’annullamento dell’incontro, definendo “irricevibile” l’ipotesi di disputare comunque la gara devolvendo l’incasso a favore di Gaza.

Secondo gli attivisti, il match rappresenterebbe una legittimazione implicita dello Stato di Israele, accusato dal Comitato di “genocidio ai danni del popolo palestinese”. A sostegno della loro posizione, i promotori richiamano i dati sulle vittime civili a Gaza dall’ottobre 2023 a oggi – oltre 65mila persone, in gran parte donne, bambini e anziani – e ricordano in particolare le morti di giovani calciatori palestinesi, tra cui dieci minorenni dell’Accademia Al-Mohtarefeen di Gaza City.

Italia–Israele a Udine, cresce la protesta: la manifestazione Propal davanti allo stadio Friuli

“Non possiamo fingere che nulla accada, né giocare a palla dimenticando l’orrore che devasta la Palestina”, si legge nella nota, che accusa le istituzioni italiane di non condannare con decisione Israele e critica l’Udinese Calcio per aver dato disponibilità a ospitare la gara. “Per la città di Udine, medaglia d’oro alla Resistenza, sarebbe un affronto”, afferma il Comitato.

L’appello è rivolto in particolare ai tifosi bianconeri, invitati a disertare gli spalti e a partecipare invece al corteo di protesta previsto per il 14 ottobre, con partenza alle 17.30 da piazza della Repubblica e arrivo in piazza I Maggio. Alla mobilitazione sono chiamate anche associazioni sportive, dirigenti, atleti e genitori, con la richiesta di schierarsi “per l’annullamento della partita, l’indisponibilità dello stadio e l’estromissione della nazionale israeliana da FIFA e UEFA”.

La partita, che vedrà la nazionale azzurra impegnata in casa, si conferma dunque non solo un appuntamento sportivo di rilievo ma anche un evento dal forte valore politico e simbolico, destinato a far discutere ben oltre i confini del Friuli.

La Fifa: «Si giocherà»

C’erano pochi dubbi. E quei pochi sono stati spazzati via dalle parole del presidente della Fifa, Gianni Infantino, che nel corso del Consiglio del massimo organismo calcistico internazionale in programma il 2 ottobre a Zurigo, ha confermato che la Fifa non prenderà decisioni rispetto all’eventuale esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche internazionali.

Italia-Israele a Udine, Infantino: «La Fifa promuove il calcio, non può risolvere problemi geopolitici»
Giovanni Vincenzo Infantino, presidente della Fifa

Primo effetto diretto: Italia-Israele si sfideranno regolarmente il 14 ottobre a Udine, in una partita che rischia di giocarsi in un clima arroventato dalle polemiche legate alla situazione in corso a Gaza.

«La Fifa non può risolvere i problemi geopolitici, ma può e deve promuovere il calcio in tutto il mondo sfruttandone i valori unificanti, educativi, culturali e umanitari», ha detto Infantino nel discorso d’apertura della riunione, sottolineando l'importanza di promuovere la pace e l'unità, in particolare nel contesto della situazione in corso a Gaza, per la quale ci sono stati appelli alla Uefa per sospendere la Federazione israeliana.

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