Udine, furto per vendetta in pizzeria: due nei guai

UDINE. Stanchi di non ricevere l’affitto per il loro locale si erano rivolti al tribunale per chiedere lo sfratto esecutivo e il pignoramento dei beni con i quali contavano di rifarsi per le dieci mensilità che ancora dovevano ricevere.
Ma all’improvviso, alcuni mesi dopo la notifica del pignoramento avvenuto a gennaio di due anni fa, frigo e forno, stoviglie, pentolame come pure seggiole e tavoli erano spariti nel nulla. Non solo.
Il locale del bar, trattoria, pizzeria Al Giardinetto di piazzale Cella, era anche stato danneggiato: erano stati tagliati i fili alla base delle canaline di tutti i quadri elettrici e i tubi delle condotte idrauliche inotre erano stati danneggiati la strauttura muraria dell’acquario del cortile, la cella frigorifera, il pavimento in legno, la base del forno ed erano state anche imbrattate le pareti.
Fra ammanchi e danneggiamenti il proprietario Roberto Gavaz aveva fatto una prima stima di 65 mila euro. Ed erano subito partite le indagini che si erano concentrate sui fratelli Gennaro e Catello Martire, rispettivamente di 27 anni e 35 anni entrambi originari di Napoli e residenti a Belluno.
I due avevano subaffittato il locale dal precedente gestore e Gennaro era stato anche nominato custode a seguito del pignoramento. Invece il 26 aprile del prossimo anno dovrà rispondere di appropriazione indebita e danneggiamenti.
Il gup Francesco Florit lo ha infatti rinviato a giudizio come richiesto dal pubblico ministero, Paola De Franceschi. Il fratello Catello, difeso da Enrico Rech, è stato invece assolto per non aver commesso il fatto.
Sebastiano Donnarumma, quarantenne anche lui di Napoli, difeso da Massimo Borgobello, dovrà invece rispondere di ricettazione.
Buona parte dei beni spariti da piazzale Cella (una friggitrice, un frigo, una lavastoviglie, un forno a vapore, una cucina) sono infatti stati poi ritrovati nella pizzeria “Mamma che pizza” di Aquileia, gestita all’epoca dalla società Anema e core di cui Donnarumma era titolare.
Duecento piatti, cinquantadue sedie in alluminio, venticinque tavolini e alcuni ombrelloni erano invece stati recuperati in alcuni magazzini a Moimacco e Martignacco.
Gennaro Martire era anche accusato di estorsione per aver minacciato i proprietari dell’immobile nel tentativo di ottenere un prolungamento del contratto di affitto stipulato con i precedenti gestori, ma il gup lo ha assolto come richiesto dal suo avvocato difensore Federico Plaino.
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