Udine, folla ai funerali di Riccardo Barichello

Tantissimi i giovani, in cimitero commosso incontro con i familiari di Sara Ellero: i due morti a causa di un incidente
Udine 11 Luglio 2015 funerale @ Petrussi Foto Turco Massimo
Udine 11 Luglio 2015 funerale @ Petrussi Foto Turco Massimo

UDINE. Due madri accomunate dallo stesso straziante dolore, la perdita di un figlio, si abbracciano in cimitero: una piange sulla bara di Riccardo, 34 anni, l’altra ha perso Sara, bella ragazza di 29 anni.

Quella notte di fine giugno i loro ragazzi erano in moto assieme; tornavano da una festa a San Daniele, erano stati a un concerto, l’umore era alle stelle. Invece le loro brevi vite sono state spezzate da un incidente, sulla Provinciale 5, che non ha dato scampo alla giovane di Moruzzo.

Riccardo Barichello, originario di Tavagnacco, da pochi anni residente in via Sondrio a Udine, ha combattuto per una decina di giorni. Quando i medici dell’ospedale di Udine si sono arresi, dichiarando la morte cerebrale, ai genitori non è rimasto che acconsentire, con un grande atto di generosità, all’espianto degli organi, così come il giovane avrebbe voluto.

E proprio gli amici, presenti in centinaia ai funerali che si sono svolti nella parrocchia dei Rizzi, quartiere di residenza del giovane, hanno fatto cerchio intorno alle famiglie. Con gli occhi rossi nascosti dagli occhiali, radunati sul sagrato della chiesa, si sono abbracciati tra i singhiozzi.

Qualcuno ha battuto i pugni la bara, ricoperta dai girasoli, sfogando la rabbia per un ingiusto destino. Molti erano impietriti, mentre le lacrime scendevano. Baciavano la foto di Riccardo con il suo adorato cane in una posa simpatica sul feretro.

La madre, confortata dalle parole di Don Giuseppe Faccin, guardava quell’immagine come in adorazione; sulla sua spalla c’era la mano amorevole della figlia Chiara, sconsolato il padre Ezio.

In una chiesa strapiena a dare solidarietà alla famiglia Barichello c’erano anche i genitori e la sorella di Sara Ellero. E a concelebrare la messa funebre è stato il parroco di Pagnacco, Don Sergio De Cecco, che pochi giorni fa ha benedetto la salma di Sara.

Due famiglie travolte da una tragedia troppo grande per fermarsi a capire come è successo e se ci sono eventuali colpe: quell’incidente ha portato via i loro cari, e nulla potrà riportarli indietro.

Tanto vale unire il dolore, e pregare assieme. «La pace è stata turbata da grandi interrogativi – ha detto don Giuseppe nel suo sermone -, perché il Signore ci chiama alla vita, mette dentro di noi desideri grandi.

E magari quando sembra che possano trovare consistenza e futuro tutto si interrompe, in questo caso dopo una festa, dopo un’esperienza inebriante, ed è ancora più tremendo.

Chi crede si chiede se allora Dio è affidabile, ma anche il non credente si pone interrogativi. Basta non chiudersi alla vita – ha aggiunto – perché essa ci pare priva di senso».

Nessuno, ha detto al parroco ai parenti e agli amici di Riccardo, può dare una risposta “umana”, ma può essere ricostruito un percorso.

«La vita del cuore rimane attiva, forte nei legami; oggi Riccardo e Sara sono due santi fragili, presenze che ci accompagnano. Affidiamoci e fidiamoci di Dio». Di fragilità e mistero ha parlato anche Don Sergio, citando varie metafore, dai fiori di campo, bellissimi e profumati ma non eterni, alla montagna da scalare per godere di un orizzonte più ampio e cambiare prospettiva.

«Dio è il signore della vita, non della morte. Ci invita a entrare in un’esperienza ancora più piena, al banchetto vero».

Concluso il rito, quando l’impresa funebre ha portato via il feretro in auto una ragazza ha urla «Ciao Chicco!». Così è partito l’applauso, poi ancora abbracci e lacrime. La salma di Riccardo è stata portata al cimitero di Feletto, dove sono sepolti i nonni.

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