Udine è la città più gemellata d’Italia

Udine è la città più gemellata d’Italia. Con sette partnership all’attivo e sei protocolli d’intesa, stacca tutti i Comuni dello Stivale. Almeno stando a quanto riportato dal quotidiano Italia oggi, che punta il dito contro il Friuli per la “promessa di matrimonio” con la città cinese di Huai’an, rea – secondo il quotidiano – di diverse azioni violente nei confronti dei suoi stessi cittadini. Il primato udinese però guarda all’Europa: in Germania con Esslingen am Neckar dal 1958, in Francia con Vienne dal 1959, in Galles con Neath Port Talbot dal ’60 e poi sono Norrköping in Svezia, Schiedam in Olanda, Villach in Austria e Albacete in Spagna.
Gemellaggi affiancati da protocolli di intesa (in sostanza gemellaggi di serie “b”) con Bikaner in India, Maribor in Slovenia, Obuda in Ungheria, Resistencia in Argentina e Windsor in Canada. Infine, i cosiddetti rapporti di amicizia: Velenje (Slovenia), Klagenfurt (Austria) e Pieven (Bulgaria).
Il cammino verso il gemellaggio con Huai’an comincia con l’allora sindaco Sergio Cecotti che riceve a palazzo D’Aronco il suo omologo cinese Fan Jinlong, con cui sigla una dichiarazione d’intenti congiunta che sviluppa tra le due città un rapporto di cooperazione amichevole. Si tratta del primo passo per la stesura di un rapporto di gemellaggio.
Non è dato sapere a che punto del guado sia oggi quella comunione di intenti perché ieri non è stato possibile rintracciare il consigliere comunale delegato, il Pd Pierenrico Scalettaris. Ideati nel 1950, i cosiddetti town twinning rappresentano la stipula ufficiale di un’unione fra due o più amministrazioni comunali che puntano a collaborare in diversi settori (politico, economico, commerciale, sociale, educativo e culturale) e stabilire rapporti duraturi nel tempo.
Si può richiedere il placet per il gemellaggio con una città dell’Unione europea a un’apposita commissione e sperare di ricevere un finanziamento (è approvata in media una domanda su quattro) attraverso il programma Europa per i cittadini, presentando nel contempo un progetto di cooperazione che espliciti gli obiettivi del gemellaggio, motivandone la scelta e la ricaduta in termini di arricchimento turistico e culturale.
La stagione d’oro per i gemellaggi è a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, oggi se ne contano assai meno (anche a causa della spending review) e in qualche caso si è arrivati persino alla sospensione dei partenariati.
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