Udine e Gorizia Fiere in rosso, tagli anche al personale

Passivo più pesante delle previsioni, slitta a maggio la presentazione del bilancio. Il rinnovo dei vertici pordenonesi potrebbe riaprire la partita della società unica
Udine 19 gennaio 2015. Presentazione Agriest. © Petrussi Foto Press Srl
Udine 19 gennaio 2015. Presentazione Agriest. © Petrussi Foto Press Srl

UDINE. Il bilancio di Udine e Gorizia Fiere è in rosso. A quanto pare, profondo rosso. Al punto che l’approvazione del documento contabile slitterà di un mese: prevista dallo statuto fra marzo e aprile, arriverà solo a maggio. Perché prima deve essere affrontato il nodo della riorganizzazione societaria. In altre parole tagli. Tagli che potrebbero colpire anche l’organizzazione interna della spa partecipata dal pubblico, cioè il personale.

Se il 2013 ha chiuso con un disavanzo di 125 mila euro, peggio fa il 2014. Mancano i numeri, ma la china è chiara. Nonostante l’ultimo anno non sia stato avaro di appuntamenti. Tredici quelli in programma, a fronte dei dodici in calendario per il 2015. L’anno scorso è cominciato come di consueto con Udinesposa, proseguendo con Agriest focus land, ExpoMeGo, il Fbs show dedicato a fitness, sport e benessere, e poi Young, PolliceVerde, Udine motori, A tutta birra, la fiera dell’elettronica, Mittelmoda, Casa moderna, Idea Natale e la mostra ornitologica Aof.

A latitare è il salone delle specialità enogastronomiche e alimentari Good, in calendario quest’anno. Apparentemente sospesa Eos, l’Exposition of sustainability: evento biennale escluso però dalla programmazione 2015.

Detto della crisi friulana, è impossibile non guardare a Pordenone. In una regione di un milione e 200 mila abitanti la compresenza è da tempo vissuta malvolentieri. Soprattutto a Udine dove si guarda con un pizzico di speranza al rinnovo delle cariche della Fiera di Pordenone, in calendario ad aprile. Detto che le nuove regole escluderebbero Alvaro Cardin dalla riconferma (è già in quiescenza, a meno che non decida di lavorare gratuitamente), si apre la corsa alla poltrona principale della Fiera.

Poltrona che fino a ora è stata occupata da un contrario alla fusione. Pordenone guarda soprattutto ai bilanci. Dopo il rosso di un milione registrato nel 2013, il 2014 ha un segno più per circa 70 mila euro. E le prospettive, grazie al forte apporto di visitatori dal Veneto, sono positive. Con questi numeri, il matrimonio con Udine e Gorizia Fiere è chiaramente sconsigliato. Ma Pordenone per prima ha fatto ricorso alla cassa integrazione per i propri dipendenti nel 2013, una cassa integrazione per così dire “morbida” che è andata a ritoccare il monte ore di ciascun dipendente.

Insomma, il possibile approdo a un ente fieristico regionale si gioca tutto in primavera. Come detto a Pordenone la posizione del presidente è in dubbio e pare lo sia anche quella dell’Ad Pietro Piccinetti. «Vedremo se sarà riconfermato», dicono i beninformati. Da questo punto di vista Udine è in una botte di ferro.

L’anno scorso è arrivata la conferma triennale per la presidente Luisa De Marco, con i nuovi ingressi in cda per la Camera di Commercio di Andrea Cumini (arredo e fashion) e Cristian Vida (alimentare). Nuova nomina anche per il Comune di Udine con Katia Mignogna (sociale). Invariati i rappresentanti di Provincia (Massimiliano Bassi) e Unione artigiani (Enrico Pivotti).

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