Udine, crepe nei palazzi danneggiati dal cantiere del park - Foto

UDINE. All’esterno le crepe si vedono a occhio nudo: le vibrazioni provocate dai mezzi utilizzati nella costruzione del parcheggio interrato di piazza Primo maggio hanno danneggiato gli edifici storici di via Portanuova. Lesioni non trutturali segnano la facciata di palazzo Camavitto Driussi e di quelli confinanti, le sale interne affrescate e il muro di cinta della pizzeria Concordia.
Le stime rischiano di sfiorare i 200 mila euro. I danni sono stati denunciati da tempo e le varie assicurazioni hanno già effettuato i sopralluoghi, ma ora con il fallimento dell’impresa Vidoni, i proprietari degli stabili temono di non essere risarciti.
I residenti si sentono presi in giro. «Oltre al danno la beffa», affermano dopo aver appreso che il Comune non ha più intenzione di tollerare i parcheggi delle loro auto sotto casa, in divieto di sosta. Le prime multe sono già fioccate. Dalla conclusione del cantiere, il divieto di sosta in via Portanuova è stato esteso sulle 24 ore.
I residenti possono entrare nella Ztl, effettuare le operazioni di carico e scarico, ma non sostare. Dovrebbero, il condizionale è d’obbligo perché finora nessuno lo ha fatto, parcheggiare le auto in piazza Primo maggio, negli stalli in superficie o nel parcheggio interrato.
Il Comune vuole trasformare la strada in una sorta di viale di accesso al centro storico e per questo ha consentito solo alle biciclette di circolare su entrambe le direzioni. Apriti cielo. Quando i residenti, una quindicina di famiglie, hanno visto i vigili mutare tutti sono andati su tutte le furie e hanno rispolverato il fascicolo dei danni subiti durante la costruzione del parcheggio.
«È un gesto inaccettabile perché non ci mettono nelle condizioni di parcheggiare a prezzi ragionevoli», ripetono ricordando che un posto in abbonamento nel parcheggio interrato costa 140 euro. «Siamo stati danneggiati, multati e non risarciti», insistono gli abitanti di via Portanuova preparandosi a convocare attorno a un tavolo tutti i protagonisti: l’impresa, Ssm e pure il Comune.
I periti delle rispettive compagnie assicurative hanno già effettuato le stime, ma poi, come conferma l’amministratori del palazzo, Alessandro Zandigiacomo, è finito tutto lì. «Si tratta - spiega l’amministratore - di microlesioni provocate dai tiranti posizionati, in profondità, sotto gli edifici fin sotto il colle del castello. «Queste lavorazioni hanno modificato l’equilibrio dei fabbricati storici.
Lo stesso è accaduto quando sono stati battuti i pali, realizzate le perforazioni e, da ultimo, alla fine del cantiere, quando hanno preparato il sottofondo delle rampe con un vibrocompattatore».
Solo nelle parti comuni dell’edificio, sostiene sempre l’amministratore, per tamponare le microlesioni servono circa 50 mila euro. Se a questi aggiungiamo i danni subiti dai singoli proprietari nelle rispettive abitazioni, la cifra complessiva sfiora 200 mila euro.
Le microlesioni hanno danneggiato alcune stanze affrescate e altre decorate a stucco. «Trattandosi di edifici vincolati - fanno notare gli abitanti - il restauro va concordato con la Soprintendenza alle belle arti».
Detto questo i residenti assicurano di voler calare sul tavolo il dossier danni per trattare sulla questione sosta. Chiedono di poter avere posti in abbonamento a prezzi agevolati nel parcheggio sotterraneo. «Quello che ci ha creato non pochi problemi. Non dimentichiamo - aggiungo - che per mesi non abbiamo potuto aprire le finestre perché il rumore era insopportabile».
E ancora: «Le nostre auto stanno sul lato destro e non danno fastidio a nessuno. Non comprendiamo perché lo stesso divieto non viene applicato in via Liruti». I residenti in via Portanuova non ci stanno anche perché la strada, priva di telecamere, è un luogo dove tutti si sentono autorizzati a fare quello che vogliono.
«Abbiamo una mendicante che, a una certa ora, arriva e si siede sotto la colonnina dei campanelli. Se non fosse per Cumini, Sello e la nostra donna delle pulizie, la strada si presenterebbe in tutt’altro modo».
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