Ubriaco al volante, viene assolto in tribunale: gli esami non sono attendibili

UDINE. Inchiodati dalle concentrazioni di alcol nel sangue documentate dalle analisi dopo un incidente? Non è detto, o perlomeno non quando i valori superano di poco il massimo consentito dalla legge. Perché non solo l’etilometro, ma anche gli esami di laboratorio hanno margini di errore.
Ne sa qualcosa un 58enne udinese accusato di guida in stato di ebbrezza che ieri è stato assolto dal giudice Mauro Qualizza in tribunale a Udine. Ad accusarlo erano gli esiti delle analisi che rivelavano una concentrazione di alcol di 0.83 grammi per litro di sangue.
Roberto Zanon era stato fermato dai carabinieri il 24 ottobre 2016 in seguito a una caduta per strada, mentre viaggiava in sella a uno scooter.
Zanon aveva riportato alcune ferite e per questo il personale del 118, giunto sul posto con un’ambulanza, ne aveva disposto il trasferimento all’ospedale di Udine.
Era quindi arrivata la richiesta di sottoporre Zanon a un prelievo del sangue per accertare se lo stesso avesse assunto sostante alcoliche prima di mettersi alla guida dello scooter. Dietro consenso il prelievo veniva effettuato: il risultato portava all’accertamento di tasso alcolemico pari a 0,83 grammi per litro e, quindi, si dava corso al procedimento penale per il reato di guida in stato di ebbrezza per il quale è prevista un’ammenda da 800 a 3.200 euro e l’arresto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente a un tasso alcolemico superiore a 0,8.
Va precisato che all’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno.
Ad assumerne la difesa è stato l’avvocato Emanuele Sergo, coadiuvato dal consulente di parte Raffaele Barisani, medico legale, che ha citato come teste il responsabile del dipartimento di medicina di laboratorio dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, ossia il luogo in cui venne effettuata l’analisi del sangue prelevato allo Zanon.
È stato proprio grazie alle dichiarazioni di Antonio Colatutto, indicato dal responsabile come colui che poteva fornire informazioni precise circa l'attendibilità delle risultanze delle analisi, che si è decisa la sorte dell’imputato per il quale il pm onorario Luca Spinazzé aveva chiesto una condanna a 2 mesi di arresto e 1.000 euro di ammenda. Colatutto, richiamando anche dati della letteratura scientifica internazionale, ha indicato che in caso di prelievo a fine clinico vi può essere un errore del 5% circa le risultanze dello stesso, mentre, in caso di prelievo a fine medico legale, l’errore può risultare anche del 9%.
«Per questo – spiega l’avvocato Sergo – il dato accertato in capo allo Zanon pari a 0,83 g/l e quindi superiore dello 0,03 rispetto al limite di legge, non è risultato assolutamente attendibile sotto un profilo scientifico e l'imputato è stato assolto».
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