Truffe on-line, preso Rao: dovrà scontare 28 anni

MONFALCONE. È tornato in carcere il monfalconese “re delle truffe on-line”. Ricercato dalle polizie di tutta Europa, Carlo Rao dovrà ora scontare una condanna a quasi 28anni di carcere.
A tanto ammonta il cumulo delle pene nei suoi confronti. In prevalenza si tratta di reati contro il patrimonio. I dettagli del suo arresto verranno resi noti questa mattina alle 10.30 dal dirigente della Squadra mobile di Gorizia Claudio Culot nel corso di una conferenza stampa convocata alla caserma Massarelli di via della Casa Rossa.
Formalmente latitante, Rao era stato scarcerato nel luglio 2012, ma nei suoi confronti la giustizia non aveva ancora chiuso i conti.
Il trentaseienne di Monfalcone è noto alle cronache nazionali e internazionali per i suoi raggiri raffinati. Prodotti tecnologici di ultima generazione o appartamenti in località turistiche e alla moda che fossero, agli incauti utenti della rete è riuscito a vendere di tutto e ha fatto impazzire le procure di mezza Italia. Nel 2008 i suoi precedenti penali riempivano 25 pagine.
Contro di lui allora era stato presentato un migliaio di denunce e dietro a Rao hanno corso gli agenti di almeno trenta differenti questure italiane. Ora la fuga del re della truffa sembra essersi conclusa. Anche se dopo la scarcerazione era riuscito a far perdere le proprie tracce, le forze dell’ordine non hanno mai smesso di cercarlo. Nell’agosto del 2009 era stato arrestato in Francia.
A Tolone si faceva passare per l’immobiliarista Andreas van der Helde. A smascherarlo era stato un servizio televisivo della trasmissione Matrix.
In quell’occasione, a riconoscerlo era stata una sua ex che raccontò alla polizia d’essere stata tenuta in ostaggio per quattro giorni in un appartamento di Roma. La donna era riuscita a fuggire grazie a una mail inviata ai genitori, i quali, con l’aiuto della questura, l’avevano poi liberata. Rao però era fuggito.
Le forze dell’ordine lo trovarono in Francia, ricostruendo uno dopo l’altro i suoi inganni. A Tolone si spacciava per una delle sue vittime a cui aveva rubato l’identità.
La prima volta che si era fatto passare per un’altra persona era stato nel 2004, quando, a Padova rubò la patente al proprio compagno d’appartamento. Oltre alle accuse legate alle truffe, si aggiunsero quella legata al possesso di documenti falsi e quella legata al sequestro di persona. Venne estradato nel febbraio 2010.
All’aeroporto di Fiumicino ad attenderlo c’erano due ordini di custodia: quello spiccato dalla Procura di Roma che aveva portato all’arresto e quello della Procura di Palermo che lo aveva già condannato in via definitiva per una delle sue tante truffe. Non potendo provare la località dove avvenivano i raggiri, per competenza territoriale a giudicare Rao - che risulta residente a Monfalcone - è stato incaricato il Tribunale di Gorizia dove nel marzo del 2010 è iniziato il primo processo a suo carico. Dinanzi al giudice monocratico Matteo Trotta sfilarno testimoni da tutta Italia.
Secondo il capo di imputazione aveva affittato via web, a una trentina di clienti, appartamenti in varie località turistiche d’Italia e d’Europa tra cui Firenze, Formentera e Vienna, appartamenti di cui Rao non aveva ovviamente la disponibilità. Questo non gli aveva però impedito di incassare quantomeno la caparra prima di sparire nel nulla.
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