Truffa dopo il furto dei violini Il giudice lo condanna a 6 mesi
Nel 2002 il famoso liutaio padovano Roberto Lanaro, figlio d’arte e titolare di un laboratorio in via Belzoni, aveva prestato due preziosi violini a un musicista abituale cliente facendogli firmare le ricevuta di presa in consegna. Ma l’artista, partito per una tournée all’estero senza pagare i due strumenti, era sparito. Una vana attesa poi il 16 settembre 2002 era stata presentata la denuncia per il furto di quei due preziosi strumenti.
Ben 17 anni più tardi il recupero dopo un contatto con un maestro di musica milanese che aveva acquistato per la somma di 12.500 euro i due violini del tutto ignaro che fossero stati rubati. E, notata la targhetta del liutaio Lanaro, aveva deciso di rivolgersi a lui per farli controllare. Ora anche la giustizia ha fatto il suo corso.
E a due anni dal recupero degli strumenti, restituiti al legittimo proprietario nel 2019, ieri il giudice di Padova ha condannato a 6 mesi e 600 euro di multa Principe Braidich, 31enne di Pravisdomini, ritenuto responsabile di truffa per avere venduto i due strumenti rubati, mentre il reato di riciclaggio, pure contestato, è stato dichiarato prescritto (è decorso troppo tempo e l’azione penale non può più essere esercitata). Non solo. È stato anche disposto un risarcimento di duemila euro a favore del liutaio e di 12.500 a favore del maestro milanese Roberto Compagnoni, una cifra pari alla somma spesa.
Preziosi i due strumenti, la cui perdita era stata una ferita pesante per il liutaio che all’epoca aveva detto: «Sono inconfondibili. Gli strumenti sono come dei figli». Uno era stato da lui realizzato nel 1999 e esibito a una mostra internazionale a Parigi, l’altro era uno “Igino Siega” del 1933 e venne restaurato dal padre Luigi: valore rispettivo di 15 mila e 30 mila euro. Nel 2002 un musicista, che era un habituée del suo atelier, aveva chiesto di poterli provare. E non si era più fatto vivo. Purtroppo la denuncia presentata il 16 settembre 2002 non aveva sortito alcun effetto.
E il liutaio Lanaro si era quasi rassegnato a quella dolorosa perdita. Nel dicembre 2018, a sorpresa, viene contattato dal maestro Compagnoni per un controllo tecnico sui violini che portavano la sua “firma” e un certificato di autenticità. Il maestro aveva dichiarato di averli acquistati leggendo un’inserzione sul sito “subito.it”. Lanaro contatta i carabinieri che, il giorno dell’appuntamento, si appostano nel laboratorio del liutaio. Appena il cliente arriva, i militari chiedono spiegazioni.
Compagnoni, sorpreso, racconta: dopo aver risposto all’annuncio, era andato a Pordenone per prendere in consegna gli strumenti; a lui il venditore aveva spiegato come fossero stati ereditati dal nonno. Gli accertamenti hanno portato a Braidich che (non è mai stato accertato come) era entrato nella disponibilità dei due violini. —
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