Truffa al parroco, “spillati” 90 mila euro

BUDOIA. Raggiro ai danni del parroco di Budoia al quale, secondo l’accusa, sarebbero stati spillati circa 90 mila euro. Ecco quanto emerso dall’attività investigativa conclusa dai carabinieri della stazione di Polcenigo, agli ordini del maresciallo Ezio Bit.
Denunciato in stato di libertà per truffa continuata, aggravata dall’ingente danno patrimoniale ai danni di un ministro del culto cattolico, un imprenditore 45enne residente a Brugnera.
Si tratta di Johnny Hudorovich, titolare di una rivendita di auto usate e non nuovo a episodi del genere: nel marzo 2015 aveva patteggiato 18 mesi per truffa ai danni del parroco della chiesa di Nogarè di Crocetta del Montello, nel Trevigiano.
L’accusa. Secondo quanto hanno potuto finora ricostruire i carabinieri, dal 2014 fino all’agosto di quest’anno, sarebbe riuscito a farsi consegnare dal parroco pro tempore di Budoia, don Maurizio Busetti, 67 anni, una somma ingente, stimata in circa 90 mila euro, rassicurandolo a più riprese sul fatto che avrebbe poi restituito tutto. Ma al momento, di fatto, il rimborso non è mai avvenuto.
La storia. Alla fine di luglio il parroco, ormai disperato, si è rivolto al comandante della stazione di Polcenigo. Non ha nascosto le proprie preoccupazioni, spiegando anzitutto come era arrivato a trovarsi in quella situazione. Nel 2012 aveva incontrato Hudorovich che ben prima di passare alle richieste di denaro gli aveva confidato di vivere un momento esistenziale molto difficile, fatto di infelicità e insoddisfazione.
Gli aveva riferito – secondo quanto ricordato dal sacerdote – di volersi svincolare dall’azienda del padre per aprire finalmente in proprio un attività di vendita di auto usate, chiarendo di non avere il denaro sufficiente per liquidare il genitore.
Don Maurizio aveva deciso di aiutarlo e nel 2014, alla prima richiesta formale di denaro, aveva accettato. Poi, però, a quella prima richiesta ne erano seguite altre. Convinto della bontà del progetto imprenditoriale, il sacerdote aveva accettato di versare altre somme nel 2015 e nel 2016. Era sicuro che avrebbe provveduto a ripagarlo interamente, una volta aperta l’attività commerciale.
I sospetti. Dopo un’ulteriore richiesta di denaro per estinguere un mutuo con un istituto di credito non meglio specificato, don Maurizio ha cominciato ad avere dubbi sull’attendibilità e sulla buona fede del sedicente bisognoso e all’inizio del 2017 si era ormai reso conto di aver dilapidato una parte consistente del proprio capitale avendo consegnato fino ad allora circa 90 mila euro.
Preso dallo sconforto ha per prima cosa chiesto di poter rientrare in possesso dei soldi, intuendo già che sarebbe stato tutt’altro che facile uscire da quella sgradevolissima situazione, anche perché, nella sua buona fede, non aveva mai pensato di chiedere alcun documento che attestasse le cessioni di denaro.
In effetti, il tentativo di svincolarsi dal rapporto non è andato a buon fine. Gli è stato detto ancora una volta che i soldi prestati sarebbero stati restituiti, ma intanto il sacerdote si è sentito rivolgere una ulteriore richiesta di denaro.
Disastro finanziario. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri don Maurizio è stato indotto a credere che, se il progetto imprenditoriale fosse andato male, anche lui avrebbe rischiato di essere coinvolto nel dramma finanziario della persona che aveva così generosamente aiutato.
Il fondo azionistico. Nei giorni scorsi l’ultimo incontro. Al sacerdote sono stati chiesti 2.200 euro con la spiegazione che si sarebbe trattato di soldi indispensabili per estinguere mutui accesi per aprire la ditta. A don Maurizio è stato inoltre fatto sapere che la somma sarebbe stata impiegata per accedere a un fondo azionistico di alcune decine di migliaia di euro intestato a nome del parroco.
Un’ eventuale sospensione del denaro avrebbe determinato lo scoperto del fondo e l’avvio di accertamenti che avrebbero messo in difficoltà lo stesso sacerdote, il quale aveva consegnato denaro contante senza alcuna ricevuta. Il parroco è stato persuaso del fatto che questa ennesima transazione gli avrebbe consentito di saldare l’intero debito.
Il blitz dei carabinieri. Acquisite le denunce del sacerdote, i carabinieri di Polcenigo, coadiuvati dai colleghi del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sacile, mercoledì pomeriggio hanno fatto scattare il “blitz”.
Dopo un prolungato servizio di osservazione e pedinamento, Hudorovich è stato bloccato a bordo della sua Mazda 5, posteggiata poco prima nelle vicinanze della canonica di Dardago dove aveva ottenuto i 2.200 euro in contanti consegnati dal sacerdote, denaro trovato nelle sue tasche durante la perquisizione.
Il sostituto procuratore Federico Facchin, pm titolare dell’inchiesta, disporrà ora ulteriori accertamenti sulla vicenda anche per capire se altri parroci della zona siano stati vittime di truffe condotte con la stessa modalità.
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