Trovata l’auto di Alberto, manca solo il test del Dna

UDINE. L’auto di Alberto Pericoli è stata trovata. Era parcheggiata a poca distanza dal luogo in cui è avvenuto il disastro aereo e la polizia tedesca l’ha riconosciuta, grazie alle indicazioni inviate dai carabinieri di Udine all’Interpol. A questo punto, manca soltanto la prova “regina” del Dna - o, in quanto più rapida, quella altrettanto definitiva del calco dentale -, per dichiarare con inequivocabile certezza che a bordo del velivolo storico precipitato venerdì, su un magazzino pieno di pneumatici all’aeroporto di Brema, c’era anche la guardia giurata udinese di 46 anni. E per rassegnarsi così all’idea che sia proprio lui il passeggero morto carbonizzato insieme al pilota, a seguito di quel tragico schianto.
Sul corpo, ieri mattina, è stata eseguita l’autopsia. La notizia è stata comunicata ai carabinieri della stazione di Udine, coordinata in questi giorni dal maresciallo Rosario Capri, dal consolato di Brema. Il medico legale ha effettuato prelievi organici, per il raffronto con le tracce biologiche che saranno estrapolate dagli effetti personali rinvenuti nella camera d’albergo in cui Pericoli aveva trascorso la notte di giovedì. Stanza nella quale il vigile notturno con la passione per l’aviazione aveva lasciato la propria attrezzatura fotografica.
La conferma sugli ulteriori accertamenti in programma è arrivata dagli stessi uffici consolari. A breve, inoltre, sarà inviata a Brema documentazione relativa alle arcate dentali di Pericoli per un raffronto con quelle della vittima. I contatti tra il personale diplomatico e l’Arma friulana sono costanti e frequenti.
I margini di dubbio che ancora residuavano sulle generalità di una delle due vittime, insomma, si sono assottigliati ancora. A indicare in Pericoli (di cui non si hanno notizie proprio da venerdì) l’uomo salito a bordo del Saab 91 Safir B, poco prima del decollo avvenuto alle 12.45, era stato fin dall’avvio delle indagini un addetto all’aeroporto. Non appena si riterrà il riconoscimento provato, le autorità tedesche concederanno il nulla osta al rimpatrio della salma. Per la celebrazione dei funerali, quindi, dovrà passare anche qualche giorno.
Al momento, la famiglia di Pericoli si trova ancora a Udine, chiusa nel dolore (e nel silenzio stampa) e circondata dalla solidarietà dei tanti amici e colleghi di Alberto. È proprio a loro, alla moglie Licia Cecconello e alla figlia di 17 anni, che con Alberto abitano in un condominio di via Quarto, che il Corpo vigili notturni ha deciso di destinare il denaro che sarà raccolto con la colletta organizzata tra colleghi ed ex dell’istituto.
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