«Troppi furti? Sacile di notte città-fantasma»

SACILE. Da San Liberale alla stazione ferroviaria. La radiografia della città di notte: deserti urbani nelle vie del centro, dove le luci di piazza del Popolo si spengono. E aggregazioni a spot nell’anello intorno al cuore storico di Sacile. Non è un paese da tiratardi, tra il ponte dei Mori e il Duomo.
I bar in piazza sono il segnale di una “movida” che è una parola troppo grossa. Serate feriali a numeri bassi. «È un mortorio – Antonio De Angelis dice che è “immigrato” per lavoro da Napoli –. Non si incontra nessuno: quando entri nei bar, ti trovi con quattro cristiani. Ci si sente soli, a volte”.
I vicoli chiusi e strade a corto raggio dall’asse di via Garibaldi, sono bui dopo le 22, con le imposte chiuse dalle case “alla veneziana”. Lampi azzurri da qualche vetrata segnala la routine davanti alla tivù e le pizzerie si animano, magari, nei fini settimana. I problemi?
«Un paradiso per i ladri – fa la battuta Carlo D’Apolito un altro immigrato che insegna a fisarmonica con le supplenze –. Ci si barrica in casa, ma i colpi in cassa sono in cronaca». Gli ultimi, in via Garibaldi nel bar Del corso e nella tabaccheria-ricevitoria che era stata razziata qualche settimana fa, a due passi da Campo Marzio.
Li chiamano nuclei di identità locali, le schede che fotografano la situazione di altre città, zona per zona. Individuano problemi e aspettative, poi danno voti ai servizi e indicano le potenzialità. Una specie di Google map per dare risposte e sicurezza. Prendiamo la zona di San Liberale: ci sono gruppi di ragazzi sui gradini del tempio che tirano l’una di notte, anche nei feriali. Spacchiamo il capello in quattro: una decina di nottambuli che, rispetto alla popolazione residente di 20 mila unità, scarnificano la cifra della città diurna.
Il pit-stop all’Ortazza, di notte fa quadrato su altri problemi: gente che si “infratta”, come in via Carducci nell’ex oratorio. Coppiette e qualcuno che “si fa” di alcol o droga. «Chiediamo sicurezza – è stato l’appello di Walter Lot, un residente –. C’è gente su di giri che lascia in giro bottiglie vuote, rifiuti e sono vandali dell’ambiente, di notte». I portici di via Garibaldi sono un corridoio deserto, interrotto da qualche anziano di passaggio che porta fuori il cane.
Scenari fotocopia in viale Lacchin e quello che si anima è il bar di fronte alla stazione dei treni. Ultimo treno e serranda chiusa, dopo le 24. Quello che emerge, è la mancanza di occasioni di aggregazione: soprattutto di sera. La microcriminalità si tiene a bada, ma i tempi di crisi promettono un’impennata del fenomeno. Le potenzialità? «Più eventi di sera – dicono alcuni cittadini al bar – e controlli di forze dell’ordine.
Chiara Benotti
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