Troppi baby pensionati e al Sud gli invalidi civili sono il doppio del Nord

I privilegi del passato incidono sul bilancio dell’Inps. Nel meridione 66,6 beneficiari di assistenza ogni mille abitanti
Il presidente dell'Inps Tito Boeri in una recente immagine d'archivio. ANSA/ FABIO FRUSTACI
Il presidente dell'Inps Tito Boeri in una recente immagine d'archivio. ANSA/ FABIO FRUSTACI

UDINE. L’uscita media dal lavoro e l’accesso alla tanto sospirata pensione nel 2017 si è attestata a 63 anni e mezzo. Appena un po’ di più rispetto ai 66 anni e due mesi del 2016, ma comunque distante dalla soglia fissata per la pensione di vecchiaia a 66,7 anni degli uomini e 65,7 per le donne.

Tasto dolente, quello femminile. Sì, perché stando all’osservatorio pubblicato ieri dall’Inps sulle pensioni, anche in base ai dati nazionali risulta che le signore percepiscano assegni di molto inferiori ai pensionati maschi. Su 10,19 milioni di pensionate, ben 8,7 milioni si devono accontentare di trattamenti sotto i mille euro.

Tornando all’età, il dato di uscita ancora lontano dall’obiettivo risente dell’alto numero di pensioni anticipate, inclusi i baby pensionati del passato. Tema, quello degli anni di contributi necessari ad andare in pensione prima dell’età di vecchiaia, caro al dibattito politico, anche considerando che dall’anno prossimo i contributi faranno un nuovo passo avanti arrivando per gli uomini a 43 anni e tre mesi, un anno in meno per le donne.

I sindacati non intendono stare a guardare. E se la Uil chiede di introdurre flessibilità in uscita a 63 anni, Cgil, per bocca della sua leader Susanna Camusso, evidenzia l’urgenza di proseguire la trattativa sulla previdenza: «per ottenere - dice Camusso - la pensione di garanzia per i giovani».

Gli assegni erogati dall’Inps, con esclusione del settore pubblico e di quello dello spettacolo, erano a inizio 2018 nel complesso 17,88 milioni per una spesa di 200,5 miliardi di euro (+1,57 per cento sul 2016). Oltre il 70 per cento è risultato inferiore ai mille euro al mese, con un picco come detto per le donne che nell’86 per cento dei casi non superano questa cifra.

Bisogna sottolineare però che si tratta di pensioni e non di pensionati e poiché molti possono contare su più trattamenti la percentuale delle persone che sono sotto questo importo - considerando l’intero reddito da pensione - è più bassa (era del 39,1 per cento nel 2016).

Nel 2016, i pensionati totali (compresi quelli del settore pubblico), erano 16,06 milioni per 22,5 milioni di pensioni. Le pensioni nel complesso inferiori a 750 euro sono oltre 11,1 milioni (il 62,2 per cento del totale), quasi cinque milioni delle quali con titolari di prestazioni legate al reddito.

Se si guarda solo alle donne, gli assegni fino a 500 euro sono 2,8 milioni (1,7 milioni per gli uomini). La pensione media (parliamo sempre di trattamenti singoli e non di importo complessivo per pensionato) è di 866,72 euro.

Al Nord la pensione media è di 992 euro mentre al Centro è di 891 euro e al Sud di 698 euro. Le pensioni pagate all’estero hanno un importo medio mensile di 245 euro.

Nel 2017 sono state liquidate un milione 112 mila 163 pensioni delle quali poco meno della metà (il 49,7 per cento) di natura assistenziale).

L’anno scorso si è registrato inoltre un boom delle pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia, dopo l’aumento nel 2016 di quattro mesi per i contributi necessari all’uscita.

Le pensioni dei lavoratori privati che hanno detto addio al lavoro con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) nel 2017 sono state 160 mila 142 con una crescita del 25,35 per cento rispetto al 2016. In pratica, le pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia prevista per il 2017 (66 anni e sette mesi per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti private, 66 anni e un mese per le autonome) sono state più della metà (il 52,6 per cento) di quelle complessive di vecchiaia, anticipate e prepensionamenti.

L’incidenza delle pensioni agli invalidi civili al Sud è stata pari a 66,6 ogni mille abitanti, un dato - quello del Mezzogiorno - quasi doppio rispetto al Nord del Paese che si è fermato a 37,4 invalidi civili ogni 100 abitanti.
 

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