Tre bicchieri a 26 vini bianchi: Friuli al vertice dell’eccellenza

Il Gambero Rosso premia numerose aziende storiche e alcune realtà emergenti. Tanto Collio e Colli Orientali, è stato particolarmente apprezzato il Pinot bianco

Eccellenza per 26 bianchi friulani. La guida dei “Vini d’Italia 2019” del Gambero Rosso, una delle più autorevoli pubblicazioni del settore, gratifica il Friuli Venezia Giulia e ne evidenzia la peculiarità di terra di grandi bianchi, più dell’Alto Adige, il concorrente principale. Vincono i nomi più noti della viticoltura nostrana, da Jermann a Livon, da Marco Felluga a Villa Russiz, da Schiopetto a Vie di Romans, e diverse aziende a conduzione quasi artigianale.

Anche quest’anno ben 26 vini hanno superato la soglia dell’eccellenza e si sono dunque aggiudicati i famosi Tre Bicchieri. Si tratta di bianchi ottenuti sia da vitigni autoctoni sia internazionali a conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, della vocazione del Friuli Venezia Giulia per questa tipologia. «È luogo comune pensare che i vini bianchi siano pronti già in primavera, non abbiano grandi potenzialità d’invecchiamento e quindi vengano generalmente consumati in annata, ma da una rapida consultazione dell’elenco dei premiati si evince che meno della metà sono frutto della vendemmia 2017 - scrive la nota dei “Vini d’Italia 2019” dedicata alla nostra regione - .

È un dato significativo, che evidenzia la sensibilità dei produttori che, consci delle potenzialità del territorio per la produzione di vitigni a bacca bianca, rinunciano a immediati guadagni a favore di un ulteriore, decisivo, affinamento in bottiglia. In questo contesto spiccano il Sauvignon riserva ’13 di Russiz Superiore, lo Chardonnay Grafin de la Tour ’14 di Villa Russiz e lo Chardonnay Gmajne ’15 di Primosic. Sono tre dei dodici Tre Bicchieri attribuiti a vini del Collio goriziano che si presenta anche con il Collio Bianco riserva ’16 di Angoris, il Fosarin ’16 di Ronco dei Tassi, il Broy ’17 di Collavini e il Solarco ’17 dei fratelli Valneo e Tonino Livon, con vigneti a Ruttars. Completano la lista il mitico Friulano ’17 di Schiopetto, il Pinot grigio Mongris riserva ’16 di Marco Felluga, il Sauvignon di Tiare e i due fantastici Pinot bianco di Doro Princic e Toros».

Quest’anno il Pinot bianco è proprio il vino che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti. A quelli del Collio si aggiungono due conferme: il Pinot bianco Myò ’17 di Zorzettig e il Pinot bianco ’17 di Torre Rosazza e, come new entry, il Pinot bianco ’16 di Masut da Rive della denominazione Friuli Isonzo, dove brillano sempre le stelle di Vie di Romans con il Sauvignon Piere ’16 e della Tenuta Luisa con il Desiderium i Ferretti ’16. La Tunella si vede premiato il BiancoSesto ’16, mix di vitigni autoctoni. Volpe Pasini si riconferma con il Sauvignon Zuc di Volpe ’17, La Viarte con il Friulano Liende ’17 e Livio Felluga con il Rosazzo Bianco Terre Alte ’16. Jermann con un sontuoso Capo Martino ’16 l’ha spuntata addirittura sul Vintage Tunina. Nelle Grave ecco Le Monde con lo Chardonnay ’17. Onore anche ai bianchi macerati, che trovano la massima espressione nell’Ograde di Skerk ’16, nella Malvasia ’15 de Il Carpino e nel Nekaj di Podversic.

Grande soddisfazione, per i premi, da parte dell’azienda Tiare che vede il suo Sauvignon premiato per la quinta volta consecutiva, uno dei quattro soli Sauvignon friulani che sono stati segnalati con i Tre Bicchieri. La prima volta è stata nel 2014, anno in cui il Sauvignon Tiare 2013 è stato decretato Campione del Mondo, aggiudicandosi la Medaglia d’oro e il Trofeo speciale al Concours Mondial di Bordeaux. Analoga gioia anche da parte di Villa Russiz, il cui Gräfin De La Tour 2014 entra nell’Olimpo grazie alle sue eccezionali caratteristiche: il colore giallo leggermente dorato con riflessi verde chiaro, il profumo intenso di mela matura, di vaniglia e di agrumi che si sposano perfettamente tra loro e una complessità in bocca molto decisa ed equilibrata. Il vino nasce dalla vendemmia dei vigneti intorno al centro aziendale, disposti interamente a sud su un terreno completamente marnoso, a Capriva del Friuli.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto