Tra crescita e catastrofe: ecco il futuro che ci aspetta

La ricercatrice Dalal: in California “schediamo” tutti i possibili scenari. Il project manager Quaglia: abbiamo ospitato 80 esperti da tutto il mondo

UDINE. L’edizione 2013 del Future Forum si è chiusa con Brinda Dalal, ricercatrice dell’Institute for the future di Palo Alto, che ha parlato di futuro. Quattro, a suo modo di vedere, sono gli scenari possibili: uno di crescita, uno di catastrofe, uno di costruzione e uno di trasformazione.

«Il mio obiettivo – ha spiegato – non è predire il futuro, bensì creare futuri alternativi. All’Iftf ascoltiamo e “schediamo” tutti i possibili segnali del futuro, li cerchiamo in tutto il mondo. Assieme ai segnali individuabili, che possono essere lievi oppure molto evidenti, ci sono poi gli eventi improvvisi».

I segnali, dunque, «ci descrivono che le nostre vite possono cambiare e ci fanno intuire come possiamo comportarci». Un intervento, il suo, molto apprezzato dalla platea del Future Forum, che ha visto protagonisti Renato Quaglia, project manager della rassegna, Lucia Piu, componente della giunta camerale, Fabio Feruglio direttore di Friuli Innovazione.

Sul futuro della nuove tecnologie si è soffermata ancora Dalal, facendo riferimento all’utilizzo di internet: «Ci troveremo in una sorta di città “senziente” in cui i computer ci aiuteranno a capire come vivere meglio, dove vivere meglio, quando muoverci o come. Una città in grado di capire i comportamenti e, dunque, anche di anticipare i fatti negativi, di avvisarci per tempo, con effetti estremamente positivi in campi come l’ambiente e la medicina. Questi enormi flussi di dati, raccolti in cloud - conclude - dovranno però essere sempre più trasparenti e disponibili, con informazioni sempre più accurate e comprensibili da tutti».

Chiudendo la rassegna, Quaglia ha lanciato la candidatura di Udine a città “del futuro”. «Per un mese e mezzo - ha affermato - Udine ha avuto come ospiti oltre 80 esperti e professionisti italiani e internazionali, disponibili a riflettere con noi su quali possono essere gli sviluppi dei prossimi anni delle città, del lavoro, delle imprese, dei saperi». «Il futuro - ha chiosato Quaglia - non si presenterà improvvisamente alla porta, lo determiniamo noi, ciascuno di noi, giorno dopo giorno».

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