Torre e Cormôr “uniscono” l’hinterland

Il vicesindaco di Udine Giacomello: solo Pasian di Prato non ha aderito al progetto per valorizzare i due polmoni verdi
ANTEPRIMA Tavagnacco 01-07-2008 hippo via da branco
ANTEPRIMA Tavagnacco 01-07-2008 hippo via da branco

Là dove hanno fallito le Uti, sono riusciti i parchi del Cormôr e del Torre. I comuni dell’hinterland, con l’unica eccezione di Pasian di Prato, sono infatti tutti d’accordo sulla necessità di valorizzare i due polmoni verdi dell’area vasta udinese.

«La prossima settimana - annuncia infatti il vicesidaco di Udine, Carlo Giacomello - ci incontreremo in Regione per ultimare la stesura dell’accordo che ci permetterà di unire le forze e di garantire una gestione uniforme di quegli spazi che sono una risorsa per l’intera comunità, e stiamo parlando in questo caso di quasi 200 mila abitanti. È un’idea che era presente nel Piano regolatore e che adesso diventerà realtà grazie alla collaborazione di 12 comuni».

Con quali vantaggi?

«Puntiamo ad attingere anche a fondi europei per sviluppare progetti che saranno condivisi e saranno sviluppati sotto un’unica regia. Il Torre manterrà la sua vocazione naturalistica e il Cormôr quella ricreativa, ma stiamo studiando dei collegamenti e ci saranno percorsi interattivi. Il primo passaggio sarà comunque quello di mettere insieme tutto il materiale già disponibile e di fare una sorta di mappa comune. Fino a oggi ognuno lavorava per conto proprio, senza tener conto del “vicino”, una situazione assurda che sarà superata nell’interesse di tutti, dispiace solo per i cittadini di Pasian di Prato che rischiano di restare tagliati fuori. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità urbana».

Oltre allo sviluppo dei parchi quali progetti sono in cantiere?

«Abbiamo censito più di 300 edifici e ambiti urbani di interesse per l’architettura del ’900 (con alcune opere di famosi architetti come Gilberti o Valle) e anche nuclei storici minori e agglomerati di matrice rurale per tutelarli e fare in modo di conservare la storia della nostra città. Anche i proprietari degli immobili sono stati contenti dell’operazione e abbiamo ricevuto diverse richieste di inserimento mentre le osservazioni al piano sono state soltanto 5, segno che è stato fatto un ottimo lavoro. Oltre alla mostra sono stati proposti itinerari specifici in collaborazione con l’ufficio Turismo e l’iniziativa verrà riproposta».

Con la classificazione acustica invece come intendete risolvere il conflitto tra il diritto al riposo e quello di chi chiede eventi per animare la città?

«Intanto abbiamo individuato 13 siti destinati a spettacoli all’aperto che sono piazza San Giacomo, Libertà, XX Settembre, Venerio, Duomo e Primo Maggio, oltre alle vie Mercatovecchio, Savorgnana e Asquini (Visionario), il castello, lo stadio e il parco del Cormôr. Lì verrà privilegiato l’intrattenimento, ma questo non significa che i residenti non saranno tutelati o che nelle altre zone della città non sarà possibile fare eventi. Il regolamento stabilirà in maniera chiara e dettagliata le varie possibilità di deroga alle soglie di rumore consentite per concerti, feste popolari, sagre, manifestazioni, ma anche luna park e spettacoli. Ovviamente sono state protette le scuole, gli ospedali e altre zone sensibili, ma delle 300 rilevazioni effettuate, alcune anche per tutte le 24 ore, il 94% è risultato in regola rispetto ai limiti di rumore previsti per legge e questo significa che a Udine non c’è un problema rumore, infatti non è stato necessario intervenire per far chiudere o spostare nessuna attività».

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