Torna a bruciare il mobilificio Santarossa

prata
Un incendio devastante, un altro, a poco più di tre mesi da quello che aveva distrutto uno dei capannoni nei quali erano depositati i prodotti finiti. Ancora una volta le fiamme hanno avvolto il mobilificio della Santarossa components, storica azienda del mobile in via della Chiesa a Prata, davvero senza pace.
Poco dopo le 21 di ieri è stato dato l’allarme: il rogo, divampato rapidamente, era ben visibile dalla Pordenone-Oderzo, sino a Visinale di Pasiano e anche da Portobuffolè, al di là del confine con la provincia di Treviso. Fiamme altissime e una colonna di fumo che hanno creato apprensione agli abitanti della zona: odore acre, il suono delle sirene dei mezzi in emergenza. E poi l’angoscia dei residenti in un’abitazione di via Oderzo a Villanova di Prata, lambita dal fuoco che si avvicinava minaccioso e inesorabile, bruciando l’erba del prato attiguo.
Sul posto i vigili del fuoco del comando provinciale di Pordenone, che hanno immediatamente dovuto chiedere rinforzi: altre squadre hanno raggiunto il mobilificio da San Vito, da Motta di Livenza e da Treviso capoluogo. Considerata la vastità dell’incendio, è stato necessario far intervenire le autobotti chilolitriche da Udine e dalla base di Aviano. Una situazione definita critica dagli oltre 20 uomini impegnati sul posto, anche per la pericolosità di alcuni materiali contenuti nei capannoni. Impossibile quantificare i danni, visto che è stato necessario lavorare sino a notte fonda per avere ragione delle fiamme. Si tratta comunque di somme ingenti. Sul posto anche i carabinieri: si indaga a tutto campo, senza escludere alcuna ipotesi.
Un disastro simile al precedente, in seguito al quale la procura di Pordenone aveva aperto un’inchiesta per incendio doloso a carico di ignoti, disponendo anche il sequestro dell’area interessata. Era l’alba del 28 giugno scorso quando si sprigionò un vasto rogo, contenuto a fatica dai vigili del fuoco, intervenuti allora con 45 uomini, 16 squadre e 17 mezzi. Il materiale stoccato nel deposito distrutto dal rogo era stato ridotto in cenere, così come il magazzino stesso. —
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