Tolmezzo, niente più “tajut” per gli ospiti in Casa di riposo

I vertici del Centro diurno hanno vietato il consumo di alcolici alle persone che frequentano la struttura. La direttrice Faggiato: con la convenzione si vuole fare aggregazione ed evitare conflitti, non gestire un bar

TOLMEZZO. Stop al tajùt in Casa di riposo anche per chi frequenta da esterno i suoi locali.

I vertici dell’Asp della Carnia nel rinnovo delle convenzioni con il centro diurno anziani gestito dal servizio sociale, è ospitato in casa di riposo, riceve un contributo dal Comune e accoglie durante il giorno dalle 9 alle 17 anziani di tutta la Carnia) e con il circolo diurno anziani (associazione di volontari che offrono il loro tempo per stare con gli ospiti del centro diurno) hanno chiesto con fermezza l’alt alla somministrazione di bevande alcoliche anche a chi frequenta la struttura.

Prima era tollerata per coloro che provenivano dall’esterno per partecipare alle attività del circolo.

Di fronte all’alt della casa di riposo non sono mancati i mal di pancia, ma, alla fine, il circolo lo ha accettato, seppur a malincuore. Il presidente della casa di riposo, Andrea Marzona, spiega che il problema si verifica specie tra le 17 e le 19,quando il centro diurno chiude e arrivano anche più di 30 anziani, che si ritrovano lì per una partita a briscola prima di cena e un bicchiere di vino. I toni si fanno più alti, nell’euforia del gioco e di qualche tajùt, ma non è il chiasso il problema.

«C’è questa tradizione – dice – di ospitare lì il circolo che ha certe libertà che ai nostri ospiti non vengono date. I nostri ospiti non hanno accesso all’alcol».

E da lì talvolta nascono i problemi, le richieste, qualche conflitto. La direttrice, Annalisa Faggionato, spiega: «Non possiamo prevedere cosa succede, perché poi ci sono ospiti che si arrabbiano, alcuni hanno un deterioramento cognitivo che complica la situazione, o prendono farmaci incompatibili con l’alcol.

Diversi non scendono neanche più a quell'ora. Le finalità della convenzione con il circolo – fa notare – non sono di gestire un bar, ma di creare momenti di aggregazione tra i due servizi. Anche nel rispetto dei nostri ospiti. Auspico che vengano definite buone collaborazioni condividendo percorsi educativi e progettuali».

L’assessore Fabiola De Martino ha incontrato i vertici della Casa di riposo e ha approfondito le loro richieste, che considera ragionevoli.

«Come il bar dell’ospedale non vende alcolici – osserva – è condivisibile che lo stesso si faccia in casa di riposo, dove ci sono anche tante situazioni fragili. Mi sta molto a cuore il lavoro del circolo, noi come Comune e loro, come circolo, siamo ospiti in casa di riposo.

Sono disponibile a cercare assieme una collocazione diversa dalla casa di riposo, se così l'attività del circolo dovesse crollare, ma non credo che ciò possa succedere solo per la mancanza di un bicchiere di vino. Il 31 gennaio sarò con loro per una partita a briscola».

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